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Clamoroso: la bozza del piano regionale pronto ad essere varato da De Luca prevede la chiusura del punto nascite e della chirurgia generale a Capri
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16/04/2016 - Clamoroso: la Regione Campania guidata dal presidente Vincenzo De Luca è intenzionata, applicando indirizzi normativi, a chiudere il punto nascite e la chirurgia generale a Capri. Il governatore sta limando in questi giorni il nuovo piano ospedaliero che dovrà riorganizzare la sanità in Campania. I contenuti della bozza, all'esame anche del ministro della salute Beatrice Lorenzin, sono stati anticipati in un "primo piano" pubblicato oggi dal quotidiano "Il Mattino" che ha dedicato la copertina e due pagine alla notizia. Relativamente alle isole, si legge nell'articolo: "Un'attenzione particolare è dedicata all' assistenza sulle isole. Potenziamento per il Rizzoli di Ischia; mentre a Procida è previsto un presidio di primo intervento, con 4 posti di osservazione, e la chirurgia ambulatoriale. A Capri il Capilupi conquista un posto in più, passa a 20 letti, ma tutti dedicati alla medicina interna: chiudono infatti chirurgia generale e pediatria, nido e punto nascite".
Se il piano confermasse il contenuto dela bozza, a Capri non si nascerà più e non ci saranno più interventi di chirurgia generale? Se fosse realmente così sarebbe una follia pura, da evitare a tutti i costi.
Sembra però tranquillizzare tutti Paolo Falco, consigliere comunale di Capri con delega alla sanità: "E' la fotocopia - commenta a caldo Falco - della precedente bozza di Montemarano. Va precisato che sono previsti 20 posti di medicina che prevedono però la presenza del chirurgo e del ginecologo. Cambia di fatto solo l'organizzazione. Comunque sto lavorando con l'Ancim per portare a Roma il problema alla conferenza Stato Regioni".

ECCO IL TESTO INTEGRALE DELL'ARTICOLO DI MARIA PIRRO ED ETTORE MAUTONE PUBBLICATO OGGI DA "IL MATTINO".
Rivoluzione sanità in Campania. O per lo meno è quella che promette il governatore Vincenzo De Luca, che da qualche giorno ha tra le mani il nuovo piano che dovrebbe riorganizzare gli ospedali e portare a superare storici ritardi entro il 2017. Il documento strategico è anche all' esame del ministro Beatrice Lorenzin, e per questo si tratta di una bozza, da rivedere ancora, ma gli indirizzi sono chiari. La linea è: chiudere le strutture insicure, trasferire gli ammalati attraverso il 118 nei reparti attrezzati per le terapie, in base alle patologie (e alla gravità), anche nei due Policlinici, concentrare le cure oncologiche, ma prevedere la radioterapia anche in provincia, rafforzare l' assistenza territoriale e le strutture di lungodegenza e quindi ridurre i posti letto per acuti ed eliminare la «vergogna delle barelle», come l' ha definita il governatore, causa di «disagi inaccettabili», ha ribadito il ministro durante la visita dell' 11 aprile a Napoli.Per centrale l' obiettivo, si punta sul modello lombardo. Allo studio è la creazione di una azienda sanitaria unica dedicata alla gestione dell' emergenza, ma per renderla operativa serve un sistema informatico di livello per la gestione dei dati. Inoltre, il documento che ridisegna l' assistenza in Campania, è questa una novità, tiene conto dei servizi garantiti nelle cliniche private accreditate. Diverse case di cura entrano, ad esempio, nella rete ictus e infarto.
Napoli
Presidi di frontiera, con il Cardarelli e l' ospedale del Mare (da inaugurare), restano il San Giovanni Bosco, il San Paolo, i Pellegrini e il Loreto Mare e Villa Betania, tutti già dotati di pronto soccorso. In più, la clinica Mediterranea assume un ruolo di punta nella rete «cuore», il Fatebenefratelli una funzione di sostegno. I Policlinici e l' azienda dei Colli (con il Monaldi) sono individuati come riferimento in questo settore e non solo. In particolare, la Federico II è riferimento anche per l' ictus, mentre il Cto per l' ictus e la traumatologia nel sistema integrato coordinato dal Cardarelli. Ancora, in provincia: l' ospedale di Pozzuoli diventa decisivo per trattare ictus e trauma e per la cardiologia. A Torre del Greco il «Maresca» viene addirittura potenziato, a Boscotrecase chiude l' ostetricia e ginecologia. Un' attenzione particolare è dedicata all' assistenza sulle isole. Potenziamento il «Rizzoli» di Ischia; mentre a Procida è previsto un presidio di primo intervento, con 4 posti di osservazione, e la chirurgia ambulatoriale. A Capri il «Capilupi» conquista un posto in più, passa a 20 letti, ma tutti dedicati alla medicina interna: chiudono infatti chirurgia generale e pediatria, nido e punto nascite.
Avellino-Benevento
Accorpate in una macroarea funzionale le due province, che sembrano avere problemi comuni: troppi posti letto di ostetricia, oncologia, pneumologia e chirurgia generale. Nel nuovo piano, a Benevento il «Rummo» diventa centrale per rete cardiologica, ictus ed emorragie digestive, di sostegno per terapia del dolore e rete pediatrica. Anche il Fatebenefratelli rientra nella rete cardiologica e traumatologica. Sono due gli altri pronto soccorso previsti nel Sannio: Fatebenefratelli e Sant' Agata dei Goti. In quest' ultima struttura arriva anche la pediatria. Invece, i presidi Santa Maria delle Grazie di Cerreto Sannita e Santo Bartolomeo in Galdo sono riconvertiti per la lungodegenza e le cure primarie. A Bisaccia è previsto, tra l' altro, un hospice. Confermata la «Mugeri» di Telese per la riabilitazione e come centro di riferimento regionale per i pazienti celebrolesi. Ad Avellino il «Moscati» è centrale per la traumatologia, la rete cardiologica, l' ictus, la terapia del dolore e la rete pediatrica. Sono tre i pronto soccorso nel resto dell' Irpinia: Solofra, Ariano e Sant' Angelo dei Lombardi. In quest' ultimo ospedale, situato in un' area disagiata, viene rafforzata l' attività di ortopedia e resta la medicina, l' assistenza per l' infarto; confermata la struttura di riabilitazione, dove opera la fondazione don Gnocchi. Mentre la clinica Montevergine rientra nella rete cardiochirurgia e cardiologia interventistica. Resta, inoltre, il punto nascita ad Ariano Irpino. Nel piano prevista è infine la «progressiva chiusura» della casa di cura Villa Esther.
Caserta
È la provincia con il minor numero di posti letto, anche per effetto dei lavori infiniti al Policlinico Sun. Otto i pronto soccorso programmati. Naturalmente, l' ospedale di Caserta guida le cure per ictus, infarto e traumi e viene dotato di una unità spinale con neuroriabilitazione. In più, è prevista la chirurgia pediatrica, di riferimento anche per Avellino e Caserta. Già acquistatate le apparecchiature di radioterapia con medicina nucleare. Gli altri pronto soccorso sono ad Aversa, dove si prevede (in aggiunta) neurologia e oculistica e urologia, nella clinica Pineta Grande a Castel Volturno. E poi a Sessa Aurunca, Santa Maria Capua Vetere, Piedimonte Matese (con possibilità di elisoccorso), Maddaloni e Marcianise. Mentre la cilnica San Michele di Maddaloni, già dotata di emodinamica, entra nella rete cuore e ictus. I presidi di Teano e Capua vengono invece riconvertiti in ospedali di comunità, e San Felice a Cancello diventa un piccolo polo oncologico per Terra dei fuochi con più attrezzature.
Salerno
Il «Ruggi» è il riferimento per ictus, infarto e trauma. Potenziato, nel nuovo piano, il centro trapianti, prevista un' unità spinale e la neuro-riabilitazione. A Mercato San Severino si trasferisce psichiatria. Il presidio di Vallo della Lucania entra nelle rete per le cure palliative e le emergenze digestive e guadagna 20 posti per la riabilitazione. Nelle rete del 118 ci sono anche Sarno (trauma e cardiologia), Polla (ictus, infarto e trauma). Confermato il pronto soccorso a Oliveto Citra (dove viene potenziata la psichiatria e arriva la riabilitazione), a Battipaglia, a Eboli, e nelle sedi disagiate di Castiglione di Ravello, a Roccadaspide e Agropoli.

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