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I segreti della Casa Rossa di Anacapri e la conferenza “Capri esoterica: l’Orgion del divino”
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01/08/2016 - I segreti della Casa Rossa di Anacapri. Per un suggestivo percorso attraverso una Capri inedita ed esoterica. Costruito nella seconda metà dell’Ottocento da John Clay MacKowen, eccentrico colonnello originario di New Orleans, l’edificio - dominato dal rosso pompeiano e da motivi arabeggianti e ricchissimo di reperti archeologici, più o meno autentici - è dagli anni Novanta di proprietà pubblica. Il Comune lo ha adibito a Museo. Oggi, gli studi del gallerista e studioso Federico Guiscardo-Ramondini sono confluiti nella conferenza “Capri esoterica: l’Orgion del divino”, svoltasi nella sede del Comune di Capri.
Le ricerche mostrano un'organicità strutturale nell’opera di MacKowen, fine ricercatore e collezionista. Qualche esempio? Nel cortile si trova una strano “trono”, definito da sempre come un’accozzaglia di resti, che rivelerebbe oggi, invece, la sua vera identità: alla sommità vi è un collage di pietre che si pensava rappresentasse un ankh (una cosiddetta croce ansata) e che in realtà rappresenterebbe la dea Tanit (alla base vi è un graffito col suo simbolo). Dunque l’intero trono raffigurerebbe la dea principale di Cartagine, affine ad Astarte, nella patria di origine, la Fenicia. Dea lunare, poi romanizzata come Virgo Caelestis: le sue iconografie e i suoi attributi sono poi stati assimilati nella figura della Vergine Maria. Anche al museo di Lione vi è una stele che raffigura Tanit: la scoperta annunciata da Guiscardo-Ramondini è che la simbologia ricorra costantemente nella Casa.
“Altri dettagli: il tetto dell’ingresso – spiega il ricercatore - non è liscio, è stata volutamente creata una struttura a grotta. La statua sul fondo rappresenta una sacerdotessa: dietro vi è il pesce/delfino. Le mattonelle e le maioliche rappresentano quasi tutte fiori a otto petali o mezzelune. Simbolo della dea erano anche le sfingi, infatti presenti nel pilastro di fronte al trono all'ingresso degli ambienti della casa. All’ingresso, c’è un altare romano, in bassorilievo sui lati vi sono raffigurati un cratere e un’ara. L'orientamento dell’altare è molto particolare: l’officiante, rivolto verso l'altare stesso, guarderebbe verso il tramonto del 16 ottobre, giorno sacro di Astarte. E il colore della dea è il rosso, ovviamente”.
Anche i merli della Casa sono stati considerati eccentrici, soprattutto per le maioliche verdi a forma di freccia. “In realtà il fine esoterista MacKowen ha chiaramente ricreato la merlatura del Palazzo di Susa di Dario il Grande di Persia rappresentato nella maioliche degli Immortali conservata al Louvre”, spiega lo studioso. “La forma è identica, così come le maioliche a freccia, il Colonnello ha solo sostituito il colore verde del muro col rosso mantenendo, però, quello delle frecce, appunto. Quello che sembrava uno stravagante personaggio, eccentrico se non folle, si rivela quindi un fine esoterista, incompreso dai profani”.
Fonte: napoli.repubblica.it

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