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Francesco De Sanctis celebrato e ricordato a Capri nel bicentenario della nascita
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11/09/2017 - Nell’ambito delle iniziative culturali promosse dal Comune di Capri (Assessorato alla cultura) e dall’Associazione culturale Le Muse arte di Cosenza, l’8 settembre scorso si è tenuto nella sala consiliare di Capri il convegno su “Francesco De Sanctis nel bicentenario dalla nascita”. Il Sindaco, Gianni De Martino, ha ringraziato il relatore e ha brevemente accennato alla figura anche politica e non solo letteraria dell’illustre critico. L’assessore alla Cultura Caterina Mansi ha ribadito l’importanza dei rapporti intrattenuti dalla città di Capri con l’Associazione culturale cosentina, giunti alla IX edizione.
La Dott.ssa Myriam Peluso, nella sua veste di presidente dell’Associazione Le Muse arte, ha espresso la sua soddisfazione per essere giunta alla IX edizione degli scambi culturali tra l’isola e la città di Cosenza, da considerarsi un traguardo importante per la Calabria. Ha poi ringraziato lo scrittore Emilio Tarditi per la disponibilità con cui ha accettato l’invito a parlare sull’impegno e la figura del De Sanctis.
Moderatore del convegno è stato il giornalista Luciano Garofano che, come nella predente edizione, ha curato nei minimi particolari sia l’aspetto organizzativo che comunicativo.
La vice presidente del Rotary Club di Capri, Prof.ssa Luisa Federico, ha parlato sulla centralità del De Sanctis nella letteratura italiana, nella quale spiccano, lungo la linea Vico-Croce, insieme alle tre corone Dante, Petrarca e Boccaccio, filosofi come il cosentino Bernardino Telesio e Tommaso Campanella di Stilo in Calabria e il nolano Giordano Bruno.
Lo scrittore ed accademico cosentino Emilio Tarditi, deputato di Storia patria per la Calabria e membro dell’Associazione italiana di storia urbana, che ha scritto diverse opere sul Mezzogiorno, la cultura urbana, la città e il territorio in un’ottica interdisciplinare (tra le più recenti, Dal Volga al Busento, Pellegrini ed., 2012, Paesaggi e storia in Calabria, Pellegrini ed., 2017), ha relazionato sul tema “Corrispondenze desanctisiane da Cosenza”. Dopo avere accennato alla vita dell’eminente letterato irpino, fondatore della critica letteraria moderna, figura politica di primo piano a cavallo tra il Risorgimento e l’Unità d’Italia ed autore della prima organica Storia della Letteratura italiana impostata con metodo storico-critico e di diverse altre importanti opere di natura anche filosofica, mettendo in luce l’importanza da questi avuta storia pre e post unitaria italiana, Emilio Tarditi si è soffermato particolarmente sull’anno trascorso dal critico irpino nella città di Cosenza.
Dal novembre 1849 al dicembre 1850, ha ricordato Tarditi, il De Sanctis fu ospite a Cosenza del barone Francesco Guzzolini ove educò il figlio Angelo allo studio delle lettere. Qui il De Sanctis scrisse la nota Prefazione ai drammi di Schiller. In questo anno, non molto indagato ma importante nella biografia dell’illustre personaggio, egli scrisse circa trenta lettere dalle quali emergono importanti aspetti personali e caratteriali niente affatto trascurabili riguardanti la sua sfera privata e pubblica.
Tra le lettere inviate da Cosenza e dal piccolo borgo di Cervicati in provincia di Cosenza, ove la famiglia Guzzolini si recava nel periodo estivo per sfuggire al caldo opprimente e umido della città, Emilio Tarditi ne ha scelte e commentate tre, lette con brillante espressività dall’avvocato Daniela Tarditi, dottore di ricerca e studiosa di diritto romano.
Nella prima lettera indirizzata agli allievi Nicola Mazza e Liborio Menichini, ma idealmente a tutti gli altri suoi allievi, il De Sanctis esprime lo sconforto per essere lontano da loro e dalla sua Napoli. Nella piccola città di provincia infatti egli non poteva avere i rapporti che invece erano per lui consueti nella capitale partenopea.
Il critico esprime un giudizio severo, ha sottolineato Tarditi, salvo poi in un secondo tempo rivedere quel suo giudizio quando, lontano dalla città e detenuto nel carcere di castel dell’Ovo, rimpiange quel soggiorno nella città bruzia. La seconda epistola è scritta da Cervicati ed indirizzata al giovane cosentino Bonaventura Zumbini cui risponde a seguito di un precedente incontro con lui avuto a Cosenza, che, con precocissima sensibilità, gli aveva chiesto cosa bisognasse fare per liberarsi dall’angoscia del presente. Il De Sanctis, meravigliato dalla domanda, lo incoraggiò ed esortò a non disperare perché sarà questo sentimento ad allontanare da lui i suoi dubbi.
La terza lettera, sempre scritta da Cervicati e indirizzata al padre Alessandro, è la più intima e tenera, inviata in un momento molto difficile per la famiglia, segnato da irrisolti problemi finanziari della loro piccola proprietà agricola e dalla preoccupazione per il fratello Vito, in carcere a Brindisi per avere partecipato alla difesa di Venezia. In essa il De Sanctis inoltre manifesta la sua ferma convinzione dell’importanza che il lavoro ha per la dignità di ogni persona.
Emilio Tarditi ha concluso la sua relazione con un vagheggiamento fantasioso in omaggio al grandissimo critico indirizzandogli idealmente una lettera immaginaria in cui gli manifesta la sua assoluta ammirazione e gratitudine.

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