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Sequestrato l'impianto di depurazione di Capaccio-Paestum dal quale erano fuoriusciti i dischetti di plastica trovati su gran parte delle coste tirreniche tra Capri, Ischia, Fiumicino, Anzio e la Toscana
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23/03/2018 - L’impianto di depurazione di Capaccio-Paestum (Salerno) è stato sottoposto a sequestro dalla Capitaneria di Porto di Salerno, su disposizione della Procura della Repubblica presso il tribunale. Da quell’impianto sono fuoriusciti i dischetti di plastica («carrier») poi trovati su gran parte delle coste tirreniche, in particolare sui litorali calabresi, campani, laziali e toscani. Le indagini al momento sono finalizzate ad accertare quali siano state la cause della fuoriuscita dei «carrier» e quale sia il livello inquinante del fenomeno. Da qui il sequestro dell’impianto che blocca il pericolo di ulteriori fuoriuscite.
Si sta lentamente dipanando il mistero dei dischetti di plastica bianca che si sono riversati in più tratti costieri del Mar Tirreno Centrale, dalla Costiera Amalfitana fino alla Toscana, con picchi nei pressi delle isole di Capri e di Ischia, sul litorale campano e su quello laziale tra Fiumicino ed Anzio.
Come ha riferito il Nucleo Speciale d’Intervento (N.S.I.) della Guardia Costiera, coordinato dal Reparto Ambientale Marino (R.A.M.), si tratta di «filtri a biomassa adesa» utilizzati per la depurazione delle acque reflue rilasciati da un impianto per il trattamento dei reflui attraverso lo scarico diretto in mare o nei corsi d’acqua che sfociano in esso.
Le indagini della Procura sono finalizzate – anche mediante la nomina di consulenti tecnici – ad accertare quali sono state le cause della fuoriuscita dei dischetti e il livello inquinante del fenomeno. In quest’ottica è stato necessario sequestrare il depuratore, con facoltà di uso esclusivamente per la depurazione primaria e, pertanto, senza pericolo di ulteriori fuoriuscite.
La Guardia Costiera aveva accertato che la fuoriuscita dei filtri era avvenuta a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell’impianto di depurazione: i dischetti si erano riversati nel fiume Sele in Campania, per poi confluire nel Tirreno dove, per effetto delle correnti, si erano distribuiti lungo le coste.

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