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Spadaro, il marinaio simbolo di Capri autentico fenomeno mediatico tra fine Ottocento e inizio Novecento, sarà il protagonista di un incontro al Centro Culturale Emporium
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07/06/2018 - Sabato 9 giugno alle ore 19.30 presso il Centro Culturale Emporium di via Valentino 30, gestito da Manuela Schiano e Bruno Flavio, si terrà, con il Patrocinio Morale della Città di Capri, una conferenza, arricchita da un’interessante mostra documentale con quadri, foto inedite e ritagli di giornali d’epoca, sulla figura di Spadaro, il vecchio pescatore simbolo dell'isola di Capri. A curare l’evento il giornalista Luciano Garofano, non nuovo ad iniziative rievocative di carattere storico, autore del libro "Il mito di Capri meglio riuscito (dopo Tiberio)", edito da La Conchiglia nel 2007. Un appuntamento da non perdere per quanti vogliono approfondire la storia del caprese più famoso al mondo intero dalla seconda metà dell'Ottocento fino agli anni Trenta del Novecento.
Il marinaio Francesco Spadari, conosciuto semplicemente come Spadaro, ritratto in infinite foto, cartoline e dipinti, amico degli scrittori e degli artisti che frequentavano all'epoca l’isola, divenne, infatti, un vero e proprio fenomeno mediatico studiato, perfino, dal filosofo tedesco Theodor Adorno come l'archetipo del pescatore che era “nelle centosettanta¬cinque immagini che, a Capri, centosettantacinque pittori hanno creato basandosi sul modello originale”.
Uomo dal "multiforme ingegno", prima di essere consacrato sull'altare della notorietà internazionale come tipo popolare, Spadaro aveva già esercitato diversi mestieri che ne avevano affinato l'arguzia, il talento e la parlata, come il pescatore, il corallino, lo ‘schiappaiuolo’, comune a tanti isolani, consistente nell’andar per macchie e dirupi, alla ricerca di quanto poteva produrre un piccolo profitto e la guida ai tanti stranieri sbarcati a Capri. Doti che gli sarebbero ritornate utili al cospetto delle miriadi di turisti che affollavano l'isola.
Spadaro iniziò ad affermarsi come la maggiore attrattiva di Capri, dagli inizi del Novecento, sistemandosi strategicamente proprio all’uscita della funicolare, passaggio obbligato dei turisti che salivano dal porto e facevano la fila per fotografarlo in posa esclusiva chiedendogli, ovviamente, una piccola mancia in cambio per il servizio reso. In definitiva, assecondando i loro desideri di incontrare il famoso vecchio pescatore di Capri, i turisti lo volevano così, con quella maschera che s’era inventato, calandolo in una forma quasi pirandelliana. Con la fluente barba bianca, il berretto di lana rossa sulle ventitré, la lunga pipa, la fascia in vita e i zabbattigli ai piedi non passava di certo inosservato.
Ma non era l’abbigliamento del pescatore tipico caprese e avrebbe dovuto insospettire il fatto che trascorresse la giornata sulla piazza del paese invece che alla Marina. Spadaro, inventandosi il mestiere di "vecchio pescatore" nobilitò, così, l’arte di arrangiarsi su un’isola che offriva poco e niente prima dell’affermazione dell’industria turistica. Con la differenza che il suo lavoro non era di tipo manuale ma, diciamo, pur essendo analfabeta, di concetto: un lavoro non particolarmente stancante, anzi, per certi versi, piacevole ed assai remunerativo.
L’incontro più importante, tra i tanti stranieri che aveva conosciuto, Spadaro lo ebbe con un vero rivoluzionario di professione in fuga dalla Russia zarista anche se, forse, non ne conosceva esattamente la portata, Ilic Vladimir Ulianov, meglio noto come Lenin, il padre della rivoluzione russa, sbarcato a Capri per discutere di politica con il suo amico Gorkij che, nel 1906, aveva aperto la famosa ‘Scuola di Capri ’, una sorta di cenacolo di intellettuali, di università politica, dove si teorizzava e si insegnava il pensiero rivoluzionario, ma più che altro per sondare le loro opinioni e le loro intenzioni in merito alla rivoluzione.
Maxim Gorkij amava molto il mare e la pesca, per questo si era comprato una grossa barca bianca che la famiglia Spadari aveva in consegna sulla spiaggia di Marina Piccola. In una battuta di pesca venne coinvolto anche Lenin, accompagnato da Spadaro che gli insegnò a pescare non senza difficoltà, superate dalla familiarità stabilitasi a bordo. Nel novembre del 1933 Spadaro non mancò di posare sulla terrazza della Funicolare con Primo Carnera che aveva preso alloggio al Quisisana per trascorrere alcuni giorni di assoluto riposo e riprendersi da un brutto incidente alla mano destra che portava ancora fasciata, in vista dei suoi nuovi impegni sul ring. Spadaro che non era certo di bassa statura, al cospetto di quel colosso altro oltre due metri per centoventicinque chili di peso, apparve un nano. Questi ed altri gli aneddoti che verranno raccontati da Luciano Garofano nel corso della serata.

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