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Vallini (Usb): “Si resta basiti nel sentir parlare di utilizzo di sostanze stupefacenti. Emanuele era lucido, attento e provò fino all’ultimo ad evitare che il bus finisse nella scarpata”

“Sulla morte di Emanuele Melillo c’è una sola certezza. È stato omicidio doloso! Le denunce di USB sulla mancanza di sicurezza dentro e fuori i luoghi di lavoro sono rimaste inascoltate. Tutti sapevano è nessuno ha fatto nulla per evitare il grave incidente avvenuto il 22 luglio del 2021. Correva l’anno 2016 quando i lavoratori riuniti in assemblea permanente denunciavano pubblicamente, tra l’atro, di non essere sottoposti alle visite mediche di sorveglianza sanitaria e visite di revisione a salvaguardia della propria salute e della sicurezza dell’esercizio”. E’ il commento di Adolfo Vallini, esponente sindacale di USB, alla notizia dell’avviso di conclusione indagini sulla morte di Emanuele Melillo, l’autista precipitato con l’autobus nella scarpata a Capri.

“Si resta basiti, a distanza di 500 giorni, dopo che l’autopsia escluse un malore del conducente, sentir parlare di utilizzo di sostanze stupefacenti, lasciando intendere che alla guida ci fosse una persona in condizioni psicofisiche alterate. Le testimonianze dei presenti parlano invece di un Emanuele lucido, attento e che provò fino all’ultimo ad evitare che il bus finisse nella scarpata. A conclusione delle indagini sono emerse pesanti omissioni e negligenze a carico della società di trasporto pubblico caprese ATC, nonché dirigenti e funzionari della città metropolitana di Napoli. Nove in tutto i destinatari di un avviso di conclusi indagini, preludio a una eventuale richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Napoli”, conclude l’esponente sindacale.