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Inchiesta su presunti casi di corruzione e concussione a Capri: il Riesame dice no all'arresto di Sansonne e Cacciapuoti
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26/02/2016 - No all’arresto dell’ex comandante della stazione dei carabinieri e dell’ex capo ufficio tecnico settore edilizia privata del Comune di Capri, indagati in un’inchiesta su presunti casi di corruzione (il primo) e concussione (il secondo). A deciderlo è stato il Tribunale del Riesame di Napoli, che ha rigettato le richieste di aggravamento delle misure cautelari con la custodia in carcere avanzate dalla Procura nei confronti del luogotenente Michele Sansonne, che per quasi 15 anni aveva comandato la caserma dei carabinieri a Capri, e dell’architetto Mario Cacciapuoti, funzionario comunale, entrambi sospesi dal servizio. L’inchiesta della Procura di Napoli, condotta dai pubblici ministeri Woodcock, Carrano e Loreto e affidata ai carabinieri del Noe, portò il 6 novembre 2015 alla notifica di un’ordinanza cautelare (nessun arresto ma sospensioni dal servizio, divieti di dimora e obblighi di firma) firmata dal gip Ludovica Mancini nei confronti di Sansonne e Cacciapuoti, oltre che dell’imprenditore Francesco Giuliano Verardi e del maresciallo della guardia di finanza Pasquale Franco, indagati, a vario titolo, per concussione, corruzione, falso, rivelazione di segreti d’ufficio e accesso abusivo a sistema informatico. La Procura aveva chiesto al Riesame un aggravamento delle misure ritenendo sussistere le esigenze cautelari. Per l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Capri Sansonne e per l’architetto comunale Cacciapuoti il pm aveva chiesto la custodia in carcere. Una richiesta che è stata rigettata dal Tribunale del Riesame, decima sezione. Aggravamento delle misure respinte per tutti e 4, anche per Verardi, per il quale già si era pronunciata nelle scorse settimane la Cassazione annullando l’ordinanza emessa a suo carico. L’inchiesta era stata avviata nel 2013 ed affidata ai carabinieri del Noe. Le indagini partite per approfondire e accertare presunti favori nel rilascio di pratiche edilizie, con la contestazione da parte degli inquirenti di alcuni episodi di concussione all’architetto Cacciapuoti, portarono al coinvolgimento, in un filone parallelo, dell’allora comandante della stazione dell’Arma. (ANSA)

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