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Troppi sbarchi? Riesplode la guerra tra Anacapri e Capri e tra i sindaci - cugini. Cerrotta: “Dovremmo darci da fare per accogliere tutti e al meglio”. De Martino: “Attuerò regole in materia di ordine pubblico e sanità”. Ampio reportage del “Mattino”
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25/05/2016 - L’isola di Capri e le polemiche sugli sbarchi continuano a tener banco sui media. Oggi un intero paginone del quotidiano “Il Mattino”, con le firme di Antonino Pane, Gigi Di Fiore e Anna Maria Boniello, mette in evidenza le differenze di vedute tra le due amministrazioni di Capri ed Anacapri sulla problematica. Proponiamo gli articoli, tratti dal "Mattino", a beneficio dei nostri lettori.

TAGLIO AGLI SBARCHI, ANACAPRI CONTRO CAPRI.
di Antonino Pane (collaborazione Anna Maria Boniello).
«Non si può parlare di ridurre gli accosti a stagione iniziata. Mi sembra solo un modo per finire sui giornali e per alimentare polemiche assolutamente inutili». Franco Cerrotta, il sindaco di Anacapri, bacchetta con fermezza il collega di Capri. «Le sue sono esternazioni sulla necessità di ridurre le corse del trasporto pubblico sono inutili e dannose per l' economia dell' isola». Capri e Anacapri condividono lo stesso porto e buona parte dei servizi pubblici. Da sempre, però, i territori dei due comuni praticano politiche turistiche diverse: Capri, più elitaria, più mirata al lusso; Anacapri mai restia al mordi e fuggi, alle escursioni giornaliere dei gruppi.
«Il turismo elitario - aggiunge Cerrotta - va coniugato con quello giornaliero. Noi, tutti insieme, dovremmo ringraziare i nostri santi protettori se abbiamo problemi di troppo pieno. E, insieme ai santi, dovremmo darci da fare per accogliere tutti, al meglio». Cerrotta va giù duro: «Sarebbe più interessante chiedersi come mai in questi anni non siamo stati capaci di allargare la banchina principale del porto. Eppure non credo che sia necessario un investimento milionario. Avremmo anche potuto realizzare un allargamento provvisorio con una pacificata Metallica da utilizzare solo nel periodo di alta stagione». La nostalgia della «dolce vita» caprese è tanta, ma i tempi sono cambiati. «A Capri c' è chi sogna di vedere ancora Jacqueline e Onassis passeggiare per via Camerelle; allora di turismo nella nostra isola viveva qualche centinaia di famiglie. Oggi i numeri sono moltiplicati, Capri ha bisogno del glamour ma anche di riempire gli alberghi, i ristoranti e gli esercizi commerciali. Non capire questo vuol dire essere miopi e non pensare al futuro concreto della nostra isola». Il sindaco di Anacapri mette sotto accusa anche l' utilizzo degli spazi di Marina Grande, delle strade, dei servizi di trasporto pubblico. «L' unica proposta concreta per migliorare le cose è quella che stiamo portando avanti noi: una funivia capace di collegare il porto con Capri e Anacapri. Ecco, la sfida la si vince con proposte concrete per migliorare il godimento dell' isola e non pensando di ridurre i turisti».
Ma Gianni De Martino, sindaco di Capri, ha già iniziato a mettere mano ad uno studio dettagliato per emettere un provvedimento che rientri nelle sue competenze, superando pastoie burocratiche o il coinvolgimento degli enti sovracomunali. «Il nostro obiettivo è quello di difendere il territorio e tutelare il turista garantendogli la sicurezza, la sua tutela ed anche l' immagine di Capri. Metterò in atto, quindi nell' ambito delle competenze che spettano ad un sindaco, regole in materia di ordine pubblico e sanità. Due elementi che ci consentiranno di accogliere tutti, ma in condizione di sicurezza e di vivibilità».
Un' altra proposta arriva dagli armatori: perché non vendere insieme al biglietto dell' aliscafo o del traghetto anche il ticket per il trasporto pubblico sull' isola? Non si eliminerebbero tutte le file e gli ingorghi che si creano a Marina Grande per acquistare il pass per funicolare e autobus. Una questione che si potrebbe risolvere in pochi minuti e che, invece, non si riesce a definire solo perché non si affronta con determinazione. E già che ci siamo una riflessione merita anche quello che è diventata Marina Grande: un vero e proprio suk dove, anche solo per districarsi con un trolley, ci vuole tanta ma tanta abilità.
Insomma a guardare certe scene viene da pensare che i problemi sono a terra più che a mare.
Il nodo accosti nel porto di Capri tiene banco, comunque anche negli uffici delle compagnie di navigazione a Napoli e in quelli dell' autorità marittima.
Dalle riunioni che si sono susseguite in questi giorni è emerso con chiarezza che toccare anche l' orario di accosto di una sola corsa nel porto di Capri porterebbe a ripercussioni notevoli in tutti gli altri porti turistici del Golfo. L' assunto da cui bisogna partire per inquadrare questo meccanismo è che tutte le località sono servite con una flotta di aliscafi, monocarena, catamarani, navi traghetto completamente utilizzata giorno dopo giorno. E lo stesso piano orario della Regione tiene conto dei mezzi schierati e delle relative portate, di ogni singola compagnia. Questo significa che ritardare di dieci minuti l' accosto di un mezzo a Capri, apporterebbe un ritardo nella ripartenza dello stesso mezzo. E, quindi, un arrivo al Beverello con conseguente partenza posticipata anche per Sorrento o per Ischia. Si tratta, quindi di un vero e proprio effetto domino che finirebbe per coinvolgere tutti i porti del Golfo e produrrebbe il mancato rispetto della tabella fissata dalla Regione. Certo, un' ipotesi di rivalutazione complessiva è sempre possibile. Ma, bisogna avere ben chiari i fini e i tempi: non è immaginabile, infatti, toccare solo gli accosti di Capri senza immaginare di coinvolgere gli altri porti.

IL DUELLO DEI SINDACI-CUGINI NEI DUE PAESI ETERNI RIVALI.
di Gigi Di Fiore.
Hai voglia a dire che da sempre Capri e Anacapri si dividono su tutto. Hai voglia a spiegare che, quando in una sola isola, e per giunta una delle più famose nel mondo, si concentrano due diverse amministrazioni comunali, le diversità di vedute sulle scelte in materia di turismo sono la regola.
Questa volta sembra diverso, questa volta sembra che non ci siano margini per ricomporre la frattura, che riguarda la necessità di regolare e limitare gli sbarchi turistici, soprattutto quelli del mordi e fuggi. Stavolta è diverso non solo per l' argomento, che ricorre quasi ad ogni inizio di stagione estiva, ma anche dal particolare legame di sangue che lega i due primi cittadini.
Cugini di primo grado. Da una parte Giovanni De Martino, classe 1953, ingegnere con laurea al Politecnico di Napoli, per anni funzionario al comune di Capri e da due anni sindaco. Dall' altra parte Franco Cerrotta, classe 1952, nessuna laurea in tasca, ma corposa esperienza amministrativa per essere stato più volte sindaco di Anacapri e dipendente per molto tempo come impiegato alla Sippic, la società privata che gestisce l' energia elettrica sull' isola.
Due coetanei, che guidano i due comuni dell' isola, con parentela mai rinnegata anche se le occasioni di incontro, per ricorrenze e riunioni familiari, si sono diradate dopo la morte dei rispettivi genitori. Due anni fa, subito dopo la sue rielezione, Cerrotta si sentì in dovere di lanciare un appello al cugino, che per la prima volta, a differenza di lui, diventava sindaco. Nel fargli gli auguri per l' esordio da primo cittadino, Cerrotta si rivolse a De Martino e disse: «L' interesse generale dell' intera isola viene prima di tutto e la sinergia tra le due amministrazioni non dovrà essere mai trascurata, perché abbiamo problemi comuni. Auspico che ci sia sempre una leale collaborazione fra le due amministrazioni comunali».
Una voglia di cambio di passo dopo che, negli anni passati, soprattutto con il sindaco Costantino Federico e poi con Marino Lembo, il primo cittadino di Anacapri aveva avuto qualche polemico contrasto. Ma, anche in questi ultimi due anni, le divergenze di vedute tra Capri e Anacapri non sono mancate. E hanno avuto per protagonisti i due cugini-primi cittadini.
Spiega un caprese, che conosce entrambi: «Tra i due comuni isolani esiste una visione differente sul turismo e lo sviluppo dell' accoglienza. Anacapri ha puntato sulle infrastrutture e sugli investimenti con un turismo di tradizione e ambiente, mentre Capri sulla mondanità dei numeri. Al di là della parentela, i due sindaci si sono trovati in mezzo ad obiettive filosofie diverse».
Come sulla ripartizione degli introiti sul contributo di sbarco. Pochi mesi fa, la tassa è aumentata di un euro passando da 1,50 a 2,50. Quando fu istituito, il tributo veniva suddiviso per il 34 per cento della somma totale ad Anacapri ed il restante 66 per cento a Capri. Naturalmente, dopo l' aumento, l' amministrazione guidata da De Martino era per la continuità delle percentuali iniziali, mentre Anacapri chiedeva che almeno l' euro in più deliberato fosse ripartito al 50 per cento.
Metà e metà. Una frattura di sostanza, se si considera che lo scorso anno gli introiti della tassa di sbarco sono stati in totale per l' isola quasi di sei milioni di euro. Una somma non da poco per le due casse comunali. Ma a dividere ancora i due cugini è stata un' altra questione di rilievo: la diffusione delle slot machine nei locali dell' isola. Franco Cerrotta si è messo di impegno e ha promosso un referendum tra i suoi seimila concittadini. La maggioranza ha votato per una drastica limitazione, ma da Capri De Martino, che era stato invitato dal cugino a seguire il suo esempio, replicava: «Stiamo valutando le varie possibilità e dobbiamo avere un riscontro dal territorio. Al momento non abbiamo riscontri sul fatto che i giocatori si siano spostati per venire a giocare a Capri. Non credo sia così, perché per giocare basta restare a casa e collegarsi con un pc».
Insomma, ancora divisioni tra la parte alta e quella bassa dell' isola. Finora, la vera battaglia condivisa è stata quella sulla difesa del porto turistico, con la conclamata affermazione comune sulla necessità di partecipare alla gara per acquisire le quote messe in vendita da Invitalia. Sul resto, una serie di dichiarazioni a distanza. Anche se dice De Martino, quasi a sgombrare il campo da chi parla di incomprensioni con il cugino: «Mi sento spesso con il sindaco di Anacapri, siamo in continuo contatto per discutere i problemi comuni legati alla gestione del territorio isolano». Ma nel caso della fiondata sull' idea di limitare gli sbarchi del mordi e fuggi, il sindaco Cerrotta lamenta proprio un' assenza di comunicazione. E dice: «Certe cose ho dovuto leggerle sui giornali, l' amministrazione di Anacapri non è stata consultata o avvertita. Eppure, del problema degli sbarchi si parla da anni, ma una soluzione non si trova limitando gli arrivi, che sarebbe una sconfitta, ma investendo in infrastrutture».
E ad Anacapri parlano dei 200mila euro stanziati per finanziare uno studio di fattibilità tecnica sulla funicolare verso la parte più alta dell' isola. Esibiscono gli investimenti per rendere più sicure le strade, come i sei autovelox, vantano la gestione della seggiovia diretta al monte Solaro o delle strade che non sono trafficate. Da Capri, il sindaco De Martino replica: «Stiamo studiano cosa fare e annunceremo un provvedimento nei prossimi giorni. È Capri a subire i problemi e l' impatto maggiore di sbarchi selvaggi. Interverrò sul mio territorio di competenza. Mi rendo conto che Anacapri viva il problema in maniera marginale rispetto a noi, ma nessuno si è presentato a fare proposte alla conferenza dei servizi nel 2015, o ad un recente tavolo alla Regione».
Cugini divisi e stavolta la questione non è da poco, perché riguarda gli arrivi dei turisti sull' isola e l' economia che nasce dai tour da otto ore. Dice Cerrotta: «Non si improvvisano scelte importanti, specie ad inizio stagione». Replica De Martino: «Devo intervenire. Non possiamo aspettare che si verifichino incidenti».

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