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"Emergenza Capilupi, a serio rischio il diritto alla salute e l'incolumità dei cittadini e degli ospiti di Capri": il Comitato Articolo 32 chiede l'intervento di Asl e Regione ed elenca tutte le carenze del presidio
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13/05/2017 - "Emergenza ospedale Capilupi": con questo oggetto Concetta Spatola, presidente del Comitato Civico “Articolo 32 Isola di Capri-Salviamo il Capilupi”, ha inviato una lunga nota alla Direzione Generale dell'Asl Napoli 1, alla Direzione Sanitaria dell'ospedale Capilupi di Capri, alla Commissione Sanità in Consiglio Regionale, alla Commissione Trasparenza in Consiglio Regionale, al Comune di Capri e al Comune di Anacapri. Ecco il testo integrale del documento-appello.
"Il nostro Comitato è nato quasi tre anni fa per contrastare ed impedire la imminente e paventata chiusura del nostro Presidio. Dopo anni di incontri, proteste, Commissioni siamo arrivati ad ottenere quello che la legge dovrebbe garantire a priori e senza l’intervento della cittadinanza: un presidio di zona disagiata ed una deroga al punto nascita. Tutto ciò tenendo conto della distanza tra Capri ed i presidi di terra ferma e tenendo conto che la distanza è marittima e la possibilità di percorrerla dipende dalle condizioni metereologiche.
Detto ciò, almeno sulla carta, il ruolo ed il compito di un Comitato sarebbe dovuto finire. Ed, invece, il lavoro da fare è ancora più faticoso ed ancora più umiliante.
Il Presidio, ormai, versa in condizioni tali da porre a serio rischio il diritto alla salute e l'incolumità dei cittadini e degli ospiti della nostra Isola.
A tutt'oggi manca ancora (da tre anni ormai) il radiologo, mancano operatori amministrativi (il servizio prenotazioni è chiuso da una settimana per l'assenza dell'unica impiegata preposta al servizio), mancano almeno 4 OSS, almeno 3 infermieri, almeno 2 anestesisti, almeno un medico ed un tecnico nel laboratorio di analisi. Manca totalmente il personale nel comparto operatorio. Oltre alla mancanza di attrezzature idonee e di personale specializzato ed operativo (è inutile avere chirurghi in pianta organica che non entrerebbero in sala operatoria neanche sotto tortura!).
Rendiamoci conto che rasenta il suicidio tentare di far partorire una paziente (anche solo con parto naturale) non avendo a disposizione una sala operatoria con personale dedicato pronta per l'uso.
Così come è assolutamente rischioso continuare a pensare di far fronte all'emergenza sanitaria che può capitare sull'isola con chirurghi che ormai non entrano in sala operatoria da anni e senza che gli stessi possano disporre del personale di supporto, di un'emoteca attrezzata, di un ecografo e di ogni altra attrezzatura che costituisca il minimum per un Presidio che si possa trovare (per questioni di tempo e climatiche) ad affrontare un'emergenza o un'urgenza sanitaria che non preveda il tempo tecnico del trasferimento.
E' diverso tempo ormai che nell'intero Presidio (sia reparto di degenza, sia pronto soccorso) vi è un unico operatorio socio sanitario, ripeto unico e solo, ad ottemperare tutto il lavoro di sua competenza, con il serio rischio di rimanere vacante il suo posto per un qualsiasi imprevisto (malattia o ferie).
Francamente non è assolutamente possibile andare avanti in questo modo.
Il Direttivo del Comitato, che io rappresento, riunitosi più volte nell'ultimo periodo, è addivenuto alla conclusione che questa missiva e il prossimo incontro in Direzione Generale, saranno l'ultimo atto diretto alla soluzione bonaria di questi problemi.
Siamo ormai stufi di avere contentini e di essere presi in giro. Attendiamo da oltre sei mesi una gara di appalto per lavori di ristrutturazione della dialisi, frutto di grandissimo lavoro del Comitato che ha insistito da anni per lo scioglimento di un fondo dedicato al presidio e ha seguito da vicino tutte le vicende. E' assurdo che, nonostante, una convenzione firmata tra la ASL e il Provveditorato ai Lavori Pubblici, ancora si attende l'indizione della gara che, dovrebbe essere, un fatto scontato e veloce.
A tal punto, non possiamo dire altro che, qualora decorreranno 10 giorni dalla presente, senza che l'Ospedale di Capri sia posto nelle condizioni di lavorare con serenità, e per serenità intendiamo l'applicazione capillare dei Livelli di Assistenza Minima, e, se al Presidio non verranno forniti Personale e attrezzature, come sopra elencate, e come più volte richieste senza esito dalla Direzione Sanitaria, saremo pronti ad azioni forti e pubbliche. Verrà richiesto l'intervento di tutte le forze dell'Ordine e di tutti i Mass Media Nazionali ed Internazionali, all'uopo già allertati, e sarete responsabili diretti del danno all'immagine che la nostra Isola subirà a causa sia della Regione, sia della Asl di competenza. La nostra Isola è la perla del Mediterraneo: le nostre Amministrazioni spendono tutte le forze possibili per rendere questo posto sempre più accogliente e prezioso per gli ospiti e sempre più vivibile per i cittadini, così come gli stessi cittadini si operano attraverso la cittadinanza attiva a far sì che questo posto sia all'altezza delle aspettative degli abitanti stessi e di chiunque lo frequenti. Non accetteremo mai che per il difetto assoluto di garantire il diritto alla salute ed all'incolumità delle persone da parte Vostra, ne dobbiamo pagare sia con la nostra stessa persona, sia in termini economici e di immagine. Sarete responsabili di qualsiasi cosa accadrà, a chiunque, per assenza dei Livelli Minimi di Assistenza.
Nell'intesa di quanto sopra, e nella speranza di poter contare, come è avvenuto già in passato, sull'appoggio delle Amministrazioni Locali e di tutta la popolazione, e nell'attesa di un celere e solerte concreto riscontro porgiamo distinti saluti. Il Presidente Avv. Concetta Spatola".

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