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Sanità pubblica e diritto di nascere sull’isola, Capri non chiede l'impossibile ma solo dignità e assistenza
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21/01/2018 - (Dall'Informatore Popolare di domenica 21 gennaio 2018)
Ha suscitato numerose reazioni ed anche parecchia indignazione tra la popolazione l’articolo di copertina della scorsa settimana dell’Informatore Popolare nel quale, sotto al titolo molto forte “Vietato nascere a Capri”, raccontavamo la situazione attuale dell’ospedale Capilupi ridotto a poco più di un mero pronto soccorso e commentavamo le previsioni del piano ospedaliero regionale che assegna a Capri un punto nascita in deroga, con la presenza di ginecologi e ostetriche di guardia per ogni emergenza quando le condizioni meteo non consentono la trasferibilità.
La rabbia tra i cittadini di Capri ed Anacapri è forte e si è manifestata soprattutto sui social network dove a finire nel mirino sono, in particolare, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e il ministro della salute Beatrice Lorenzin ai quali la comunità caprese rimprovera la totale assenza di attenzione per i problemi della sanità sull’isola.
Un’indignazione tra la comunità che, inevitabilmente, cresce anche con l’approssimarsi delle elezioni politiche che vedrà in campo sia la ministra Beatrice Lorenzin, candidata con una lista civica alleata del Pd che porta proprio il suo cognome, sia Vincenzo De Luca che probabilmente schiererà nelle liste del Pd il figlio Piero.
Tralasciando quest’inciso prettamente politico che importa davvero a pochi, ciò che interessa e che preoccupa la popolazione è il rischio di una chiusura quasi definitiva del punto nascita, presente solo sulla carta ma nei fatti quasi inesistente.
Nel 2017 sono venuti alla luce al Capilupi appena 3 bambini: mai così pochi da oltre trent’anni. E il record negativo potrebbe addirittura essere bissato nel 2018. C’è un aspetto economico da non sottovalutare, visto che le partorienti devono sostenere spese e costi aggiuntivi a Napoli o in altre località tra pernottamenti e visite private prima o dopo il parto, ma nello stesso tempo è in gioco proprio la dignità della persona che non può essere “scamazzata” da assurde scelte di sanità pubblica che vedono un presidio di un’isola minore nello stesso tempo riconosciuto come sede disagiata ma privato dei servizi essenziali.
Dignità e assistenza, insieme al diritto di nascere in piena sicurezza sull’isola: Capri non chiede l’impossibile.

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