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"La vita umana va rispettata e non appaltata, l'ospedale non va ridotto ma ampliato e potenziato". Denuncia in Procura dopo il turbolento trasferimento in elicottero di un paziente da Capri a Napoli
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28/03/2018 - Riceviamo e pubblichiamo questa lunghissima lettera pervenuta in redazione in merito all’attuale situazione ospedaliera e al recente caso di cronaca di trasferimento in condizioni meteo difficili dal Capilupi di Capri al Cardarelli di Napoli, sul quale farà luce anche la Procura dato che è stato presentato un esposto-denuncia, e alle difficoltà di “evacuazioni mediche” sorte dallo scorso novembre all’eliporto di Damecuta, con una serie di considerazioni personali frutto anche di conoscenze specifiche nel settore dell’aviazione. Nel rispetto delle leggi e norme sulla stampa e sul diritto alla privacy, l’autore della lettera - noto alla redazione - ha chiesto la pubblicazione in anonimato assumendosi tutte le responsabilità del contenuto.

Seppur alieno alla politica e cronaca italiana, data una misura colma, con la presente intendo esprimere sia un dovuto ed esplicito elogio professionale al team ospedaliero presente la notte del 22 c-m presso il locale presidio ospedaliero Capilupi, nella specie nella persona del Dt De Tommaso, cardiologo, spezzando una lancia nei confronti del tanto discusso presidio cui le carenze presenti vanno ricercate in un ambito molto più esteso ovviamente collegato al noto status corrente della italica dirigenza.
Espongo poi la criminale situazione relativa alla evacuazione medica aggravatesi dallo scorso Novembre e da allora passata alla storia, a parte per la recente denuncia da me esposta alla competente Procura ed organi correlati.
Quanto a Voi riportato, almeno per tener desta la coscienza locale, che manca invece d'ogni d'altro valore legale e sociale, tranne il diritto al lamento. In sintesi a Capri si muore d’ufficio.

I fatti: come noto dallo scorso Novembre l'Enac ha disposto la chiusura notturna dell'ex, ribadisco ex eliporto di Anacapri Damecuta, occupato ed esercitato abusivamente dal 1984. Chiusura dovuta appunto al fatto che tale arbitrio è stato portato finalmente a giudizio 2 anni fa da un residente della zona, indi per cui la stessa Enac dovendo rientrare nelle sue competenze e parare il colpo è corsa ai ripari con la chiusura notturna. Gli effetti di tale chiusura sono ormai noti,e solo il caso non ha voluto divenissero luttuosi, come nell'ultimo caso citato.

La norma sull'elisoccorso impone in base al d.m. del 1988 relativo alla prociv la presenza di elisuperfice medica anche notturna su ogni isola e sito remoto, questo anche per ogni altra esigenza prociv, quali terremoto ecc.
I comuni hanno obbligo d'attenersi a tal disposto, cosa mai fatta, e,nello specifico medico, la competenza riguarda anche la sanità regionale, cosa mai ottemperata.
Il che s'esprime nella semplice considerazione del fatto che dato che sull'isola compariva già un eliporto, il caso era risolto e amen.
Non è cosi perchè tale eliporto e stato chiuso ed abbandonato dal 1971, e solo nel 1984 si ha avuto in loco il trasferimento della ex ed oggi totalmente inutile stazione meteo dall'ex semaforo di Capri, con l'occupazione abusiva però dell'intero sedime circostante, ovvero l'ex eliporto.
Al contrario tale azione non includeva alcuna riattivazione dell'eliporto, bensì il contrario, essendo esso un fastidio al vero scopo della nuova istallazione, una foresteria per le vacanze, per cui molti sforzi furono fatti per ostacolare l'attività di volo, financo l'istallazione d'ostacoli sull'area d'atterraggio. Ancora, era presente un progettone per una serie di villette a schiera a scalare per un totale di oltre cento appartamenti, un mostro architettonico con accesso sindaco dall'inizio di via Maiuri precludendo l'accesso anche alla villa di Tiberio. Ciò fu bloccato dall'azione prematura ma necessaria dell'avvio del servizio elitaxi che ha dato a Capri un ultimo scampolo di esclusività prolungando la sua agonia d'una una trentina d'anni circa. Poi il citato disposto del 1988 tagliò la testa al toro. Purtroppo la voluta cecità degli amministratori locali impegnati in ben più lucrosi e criminali affari edili non gli permetteva di definire tal semplice ma vitale funzione, per la paura d'affrontare " u stat" verso il quale erano totalmente esposti. Indi il tutto è proceduto secondo la regola del caso sino ad ora che siamo Europa e i cassi cambiano.
Questo sempre in funzione dell'atavica ignoranza e senso di sudditanza tipico delle genti del sud abituate a vedere nell'uniforme e nel governo, non se stessi, ma l'oppressore tiranno. Il che fa la differenza semantica fra stato e nazione.
L'eliporto non è di proprietà dell'A.M. ma bensì dello stato italiano, diramazione demanio aeronautico, cioè dei cittadini.
La casa vacanze forse sarà anche una proprietà ma solo in base al fatto che fino al 1968 ogni pertinenza aeronautica era affidata all'A.M. ma appunto solo affidata, poi passò tutto al Ministero dei Trasporti oggi enac, come in ogni nazione occidentale civile.
Comunque anche allora tra gli scopi primari vi era quello nobile della salvaguardia della vita umana.
Risultato che nel 2018 a Capri ad Eolo e Nettuno piacendo si muore la notte, e anche di giorno come nel recente caso del 22 che qui passo a citare.

Il paziente afflitto da congestione gassosa con problemi respiratori acuti entra in ospedale alle ore 04.30 locali e viene prontamente preso incarico dallo staff presente, nella persona del dt. De Tommaso, la cui competenza specialistica cardiologica è stata fondamentale, il quale dopo i rapidi esami primari alle 05.00 circa disponeva per il trasferimento immediato presso centro specialistico richiedendo l'evacuazione via elicottero date anche le condimeteo di mare avverso.
Il 118 come d'abitudine spesso fa il pappagallo al medico richiedente che con tanta pazienza deve talora insistere per l'intervento.
E qui casca l'asino, l'eliporto delle vacanze è chiuso la notte, è d'attendere l'alba..che per quel giorno era alle 06.03 (ma se era inverno pieno s'andava sotto le 8 e tramonto alle 17). Eppure si era tanto parlato del campo di calcio di Capri, dove un tal pilotino ha già fatto storie contrarie con richieste assurde.
L'elicottero pare faccia la prima partenza, dico pare perchè mi pare tanto che non è partito, e di certo non è arrivato sul sito,ove però è arrivata l'ambulanza che attende invano, al chè gira la testa al ciuccio e torna mesta in ospedale, e 1. Forse perche c'era il cambio di turno notte giorno e aspettava di sbolognare la patata al collega? Procura farà chiarezza.

Intanto il dt De Tommaso pratico di tali eventi saggiamente con saver fare politico iniziava il giro di complesse consultazioni per fare il nuovo governo e, come una salamandra, mutava rapidamente i ruoli d'accademico alle prese con la biochimica e sottili tracciati d'un corpo agonizzante, per assumere quelli di centralinista d'un’agenzia di viaggi, contattando rispettivamente un’assonnata guardia costiera che poco sapeva e le biglietterie che tutto ignoravano, e da questi derivava i pronostici del totogolfo, il tutto tra la furia del moribondo che intanto chiamava la polizia per far attestare la sequenza degli eventi, agenti prontamente intervenuti, ma che nuovi a tali eventi poco potevano tranne appunto attestare per poi sicuramente testimoniare. Poco, ma sicuro.
Nel contempo il paziente dava qualche indicazione su come cavarsela, facendo avviare all'operativa del 118 la successiva fase, nel contempo però s'è fatto giorno e l'eroica aquila del 118 alias Joe Condor decide di tentare la sortita, e riparte l'ambulanza, arrivando sul sito giusto in tempo per vedere una acrobatica sfrecciata dell'elicottero sopra di essa mentre abortiva l'atterraggio causa vento. L'aquila del 118 che fa? Mica ci riprova, e peggio del peggio non dirotta neanche per il campo di calcio, ma fugge verso il nido. Mesta, l'ambulanza torna a casa, e 2.

A quel punto il 118 allerta il glorioso 15° stormo, uno dei pochi enti per cui le tasse son ben pagate, il quale già preventivamente allertato da un’anima pia si fionda all'opera, purtroppo il vento aumentato rende difficili gli almeno ripetuti tentativi sull'eliporto (che soffre di questo problemino a chi non pratico, specie causa alberi mai potati), però pur nuovi alla zona, dirottano con successo sul campo di calcio, dove finalmente l'ambulanza al suo terzo viaggio imbarca il paziente e purtroppo anche il De Tommaso la cui presenza è d'obbligo data l'assenza di regolare equipe medica, privando quindi l'ospedale della sua presenza considerando che il ritorno via mare era ancora in dubbio.

Considerazioni: fortuna ha voluto che il pronto soccorso era vuoto al momento, altrimenti con uno solo altro caso grave era praticamente saturo e facilmente qualcuno avrebbe dovuto cedere il suo posto sulla terra all'altro....
Indi l'ospedale non va ridotto, ma ampliato e potenziato, altrimenti diventa solo un mattatoio di stato, a pagamento.
Per tali casi deve esserci un operatore telefonista preparato e delegato al coordinamento del trasferimento, non lo può e non deve farlo un medico alle prese con morte e galera.
La guardia costiera in caso di condimeteo presunte o reali avverse deve avere sempre pronto un piano partenze attivo o potenziale, e comunicarlo preventivamente al presidio ospedaliero.
Le autorità sono potenziali omicidi omettendo 4 fetenti lampadine a terra sull'ex eliporto.
La flotta aerea del 118 va adeguata e anche potenziata, specie in estate un solo mezzo non basta come noto, i piloti vanno realmente addestrati con la nota ricognizione locale e magari esserci un preparato corrispondente per l'assistenza locale come previsto dal piano prociv.
L'ex eliporto va aperto al pubblico come un porto e basta.
Le condimeteo nel golfo vanno ben verificate ed attestate, non basta dire che c'è il mare, lo san tutti altrimenti s'andrebbe con l'auto, i dati d'oggi sono estremamente accurati e se ben vagliati mettono tutti di fronte alle loro responsabilità. Dal 2017 esiste la figura professionale di metereologo e tecnico metereologo, chi scrive lo è e qui attesto che quel giorno si navigava e volava tranquillamente, convenisse o no agli interessati.
Lo dicono le migliaia e migliaia d'operazioni di volo dal 1959 ad oggi, che solo in rari e evidenti casi son state abortite come i tanti operatori turistici sanno, di questi lo scrivente ricorda un caso nel quando lo zio del citato Dt De Tommaso assisteva una partoriente nella speranza d'imbarcarla su un biposto a pistoni della G.di F.di Napoli pilotato dal Mllo Laganà, ma con burrasca di libeccio e 220 cavalli... non fu possibile, ma era il 1964, e già gli americani traversavano l'Atlantico con elicotteri.
Niente alibi, la vita umana va rispettata e non appaltata, e basta.
Se servono le lucette sull'albero di Natale, le metto io lì, come feci nel 1986, anche allora purtroppo a mie spese. Vergogna miserabili saraceni di levantina genia.

Autorizzasi l'eventuale pubblicazione del testo.
In fede.
Lettera firmata

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