CapriNews online

Sansone (Usb): “A tre mesi dalla morte di Emanuele il silenzio più totale. Pauroso, pericoloso, inaccettabile”

“Domani saranno passati 3 mesi dal tragico incidente di Capri costato la vita ad Emanuele Melillo. Ed ancora non sappiamo nulla della perizia sul bus e sulla strada palcoscenico della tragedia. Sappiamo solo, e non è poco, che Emanuele non ha avuto alcun malore, come qualcuno voleva far credere subito dopo l’incidente. Ed è strano tutto questo ritardo, soprattutto se paragonato ad un altro omicidio sul lavoro recente mediaticamente rilevante, quello della giovanissima Luana D’Orazio, uccisa il 3 maggio di quest’anno, come stabilito dall’inchiesta chiusa il 4 ottobre scorso, perchè i responsabili della sua azienda avevano eliminato i sistemi di protezione dell’ornitoio su cui operava, con lo scopo di aumentare la produttività dell’8%”.

E’ quanto dichiara Marco Sansone, dirigente sindacale di Usb, in un post sui social network.

“Nel caso di Luana – aggiunge Sansone – la perizia ha impiegato 43 giorni (festivi compresi) per stabilire, già il 16 giugno scorso appunto, che l’ornitoio risultava modificato. Per l’autobus su cui viaggiava Emanuele, invece, finora non sono bastati 3 mesi: prima lo strano fermo, il giorno stesso dell’incidente, di alcuni autobus da parte dell’ATC, poi l’improvviso presa di distanze dei Comuni di Capri ed Anacapri dall’azienda del trasporto pubblico locale dell’isola, dopo averne sempre appoggiato le politiche aziendali, poi le difficoltà nel recupero del bus incidentato, ed infine il silenzio più totale. Pauroso, pericoloso, inaccettabile”.

“Noi – prosegue il sindacalista – vogliamo giustizia per Emanuele. Vogliamo sapere cosa sia successo quel maledetto 22 luglio scorso. Vogliamo capire perché l’autobus sia uscito fuori strada e perchè la ringhiera di protezione non abbia retto. E non ci fermeremo fino a quando sapremo la verità. Lo dobbiamo ad Emanuele, alla sua famiglia ed a tutti quei morti sul lavoro che qualcuno continua a non voler classificare come omicidi. Tenere accesi I riflettori su questa storia è l’unico modo per salvare vite umane. Altro che green pass…”, conclude Sansone.