L’ospedale di Capri al centro di un esposto per un presunto caso di malasanità: “Comportamenti potenzialmente lesivi nei confronti di un paziente”
4 Novembre 2019
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(Fonte: 535-L’Informatore popolare)
L’ospedale Capilupi al centro di un presunto caso di malasanità e un ricovero rifiutato, episodi segnalati dai parenti di un uomo affetto da patologia respiratoria. A rendere pubblica l’intera vicenda è l’avvocato Maria Rosaria Apicella, che, riservandosi anche un’azione penale, ha presentato un esposto all’Asl Napoli 1 chiedendo l’intervento del direttore generale Ciro Verdoliva affinché “venga disposta una indagine interna ed adottati gli opportuni provvedimenti nei confronti di coloro i quali si sono resi colpevoli di comportamenti potenzialmente lesivi nei confronti del paziente”.
L’avvocato Apicella, il 24 ottobre scorso, accompagnava un proprio familiare al presidio ospedaliero di Capri riferendo al personale presente che il livello di ossigeno nel sangue era molto basso e che il paziente non riusciva a liberare i polmoni dall’anidride carbonica, fornendo tutta la documentazione medica tra cui la prescrizione dello specialista che lo aveva visitato appena due giorni prima.
“Gli infermieri presenti nel pronto soccorso – racconta l’avvocato -, prima dell’arrivo del medico, somministravano ossigeno in quantità di cinque litri al minuto quando la prescrizione del medico curante ne indicava al massimo uno. Dopo circa dieci minuti arrivava la dottoressa la quale, oltremodo infastidita dal fatto che le era stata sottoposta la prescrizione dello specialista che, a suo dire, lucrava solo soldi, procedeva ad un emogas dai risultati chiaramente abnormi stante anche la quantità elevata di ossigeno somministrato”.
L’avvocato Apicella quindi prosegue: “Nonostante il quadro clinico fosse da ricovero, il medico invitava il paziente a recarsi in una struttura pubblica a Napoli, intanto coadiuvata da un anestesista, dalla stessa chiamato, che con toni per niente rassicuranti rappresentava che, in caso di crisi respiratoria, avrebbe dovuto intubare il soggetto per farlo viaggiare in elicottero e, stante la patologia, quest’ultimo sarebbe rimasto attaccato per sempre ad una macchina. Ovviamente richiedevo che il mio familiare venisse trasferito in ambulanza presso una struttura in terraferma ma il medico, con modi bruschi e maleducati, si opponeva dicendo che non lo avrebbe fatto e che ci si doveva recare al pronto soccorso del Cardarelli dove sicuramente ci sarebbe stato un posto letto, negato alla eventuale richiesta formulata dal Capilupi”.
“Dopo una sterile discussione e viste le dimissioni preparate nel frattempo dalla dottoressa, il paziente andava via e, con mezzi personali, raggiungeva in tarda mattinata l’ospedale Cardarelli di Napoli ove i medici – spiega Maria Rosaria Apicella – riscontravano un tasso di anidride carbonica, grazie anche alla massiva quantità di ossigeno inalata nel pronto soccorso, pari a 97 su una scala di 100, percentuale estremamente letale”.
“Alla luce di quanto esposto e riservandomi di esibire tutta la documentazione necessaria e di adire l’Autorità Giudiziaria ove si riscontrassero responsabilità di natura penale, ho ufficialmente chiesto alla direzione generale dell’Asl Napoli 1 che venga disposta una indagine interna ed adottati gli opportuni provvedimenti nei confronti di coloro i quali si sono resi colpevoli di comportamenti potenzialmente lesivi nei confronti del paziente”, conclude. Saranno dunque la direzione generale dell’Asl Napoli 1 Centro ed eventualmente l’autorità giudiziaria e le forze dell’ordine a fare luce sulla vicenda
Per la cronaca, il paziente è attualmente ancora ricoverato al Cardarelli.
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