Scrivi per cercare

CRONACA

Coronavirus, come un terremoto su una palazzina malandata. Ma le basi per ripartire ci sono tutte, rifondare il Sistema Capri e dare lavoro ai capresi

Condividi

È come un terremoto che si é abbattuto su una palazzina vecchia e mal messa dove i proprietari non hanno mai fatto lavori di straordinaria manutenzione per poterla metterla in sicurezza, dando così tranquillità ai propri inquilini in caso di catastrofi naturali.
Ecco ci troviamo proprio in questa situazione qui: una scossa di magnitudo massima che si è abbattuta sull’Italia ma sopratutto sulla nostra isola che ha completamente raso al suolo (fortunatamente senza morti) il palazzo con fondamenta ormai più che degradate.
Il problema principale che affligge l’isola é: con quali basi ripartite, ma sopratutto con quali certezze economiche?
Ora non si può dare la colpa a nessuno del tracollo economico che andremo ad affrontare ma é giusto fare una riflessione importante: perché non rifondare tutto il “Sistema Isola di Capri”?
Per esempio dare più spazio ai capresi?
Perché le grandi aziende che usano la nostra immagine non danno precedenza ai capresi?
Perché la Sippic non assume solo personale caprese?
Quando inizierà tutto vogliamo fare gli stessi errori del passato, problema traffico, sporcizia per le strade ecc ecc?
Forse diventerà normale ogni paio di giorni disinfettare tutte le strade di Capri e le spiagge come si faceva tanti anni fa?
Perché non fare un nuovo piano turistico che faccia sì che Capri viva più di 6 mesi all’anno e portarla sul tetto del mondo?
Ora tutto quello che scrivo é giusto che in questo momento sia superfluo ma nel momento della ripartenza la cosa più importante per ricostruire il palazzo é gettare cemento e fare delle basi solide perché i terremoti arrivano sempre all’improvviso.

Bruno Fasoli – commerciante – Capri

Tags:

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.