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CRONACA

Covid, Capri si prepara alla zona rossa con un numero di contagi bassissimo. Confesercenti Campania: “Senza sostegni sarà un colpo mortale all’economia”

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Anche Capri si prepara alla zona rossa che scatterà da lunedì 8 marzo in tutta la Campania. Movimenti limitati a motivi di lavoro salute e necessità, obbligo di autocertificazione, divieto di spostamento tra comuni differenti, molte attività commerciali chiuse. La zona rossa, decisa su scala regionale senza la possibilità di differenziazioni locali nei territori con pochi casi, appare decisamente forzata per l’isola azzurra dove il numero dei contagi è bassissimo e attualmente non raggiunge le venti unità positive tra Capri e Anacapri e dove, nel complesso, anche per le caratteristiche dovute all’insularità, non si segnalano particolari situazioni di criticità.

La zona rossa sarà l’ennesima batosta per l’economia in ginocchio da tempo.

“La Campania in zona rossa si tramuterà in un colpo mortale per le aziende se non ci saranno immediati sostegni”. Lo sostiene Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania. “La nuova zona rossa – spiega – si traduce in circa 400mila imprese che rimarranno ferme da lunedì, 800mila lavoratori resteranno a casa. Tutto ciò accade in un periodo importante come quello della Pasqua. Agli imprenditori campani, ai loro dipendenti e di conseguenza alle loro famiglie, dopo aver vissuto un Natale triste e amaro a causa delle restrizioni e della mancanza di soldi, toccherà vivere anche un periodo pasquale tra malinconia e angoscia, con mille incertezze sul futuro. La Campania in rosso brucerà altri 5 miliardi di fatturato. Sul fronte ristori, poi, la Campania non può attendere ancora i tempi della politica”. Schiavo ricorda che “avevamo lavorato con il Governo Conte per far giungere in tempi brevi adeguati ristori a tutte le imprese, senza più la selezione per codici Ateco. Draghi, invece, con un colpo di spugna, ha cancellato tutto. Si parla di rimborsi alle imprese relativi solo a gennaio e febbraio 2021, giusti e sacrosanti, ma non basta. Le imprese devono ricevere il contributo del mancato fatturato 2020 rispetto al 2019 altrimenti il Sud morirà nelle mani di Draghi. Devono smetterla di prendere in giro le aziende mettendo regole sempre più stringenti per l’accesso ai ristori. Da marzo 2020 a marzo 2021 chi fa impresa in Campania ha dovuto adeguarsi a 532 provvedimenti del governo nazionale e circa 500 provenienti da Regione e Comune. Una vera follia”. Schiavo conclude sottolineando che “sono oltre 6mila le imprese campane che da inizio allarme Covid hanno abbassato la serranda e non l’hanno più rialzata. Oltre 20mila persone hanno perso il lavoro dal primo lockdown ad oggi e non hanno ancora trovato nuova collocazione. Oggi le imprese in Campania in gravissima sofferenza sono 30mila; dovessero non farcela a superare la crisi Covid, metterebbero per strada altri 100mila lavoratori”.

Clicca qui per scaricare il modello di autocertificazione che sarà obbligatorio da lunedì.
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