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A Villa Lysis una mostra racconta la performance artistica organizzata dall’associazione Polis 3.0 per la prima edizione del progetto “Aria di Capri”

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Si è aperta il 29 agosto a Villa Lysis  l’esposizione conclusiva della prima edizione del progetto  “Aria di Capri” dell’associazione Polis 3.0.  Il progetto “Aria di Capri” è stato ideato da Manuela Schiano e Bruno Flavio  in continuità con il percorso “Blue&Green” iniziato nel 2019, dove innovazione tecnologica, cultura, economia si uniscono per guardare ad un futuro sostenibile. “Aria di Capri” vuol essere infatti un’iniziativa di innovazione culturale e sociale che evidenziando il ruolo millenario dell’isola di Capri quale luogo di ispirazione e laboratorio di innovazione per artisti, studiosi, scienziati, leader politici, filosofi etc , parte da Capri per poi diffondersi a livello internazionale attraverso la collaborazione con altri enti. Il nome scelto  si ispira ad un famoso testo di Edwin Cerio, e il tema di questa prima edizione, il ‘paesaggio’, è  un omaggio al Convegno che Cerio organizzò sull’isola nel 1922. Protagonisti della prima edizione gli artisti John Di Leva Halpern, Emily Harris, Margret Wibmer dell’Institute for Cultural Activism International di New York (ICAI).
La prima collaborazione di Polis  con l’ICAI  è avvenuta nel 2021  nell’ambito del progetto PCTO con gli studenti dell’ Axel Munthe in occasione della celebrazione del centenario di Joseph Beuys promosso insieme a Laura Trisorio dello Studio Trisorio e Kathryn Weir del Madre.
L’edizione 2022  di “Aria di Capri” ha visto  l’organizzazione di una performance artistico-ambientale in vari luoghi di Capri nel mese di luglio 2022 durante la quale gli artisti John Halpern, Emily Harris, Margret Wibmer hanno trasmesso attraverso una simbolica ‘passeggiata’ in slow motion  e con l’ausilio di QRCODE, messaggi di sensibilizzazione sul delicato rapporto uomo/natura.  I percorsi  sono stati inseriti in una narrazione concepita da Bruno Flavio per accompagnare  l’osservatore alla scoperta della propria sensibilità ambientale.  Al centro dei percorsi e della narrazione  le ‘breathsculpures” nate dalla performance Fresh air di John Halpern.  Nel 1989 in Olanda Halpern aveva vissuto in una casa di vetro ermeticamente sigillata per 10 giorni, 24 ore al giorno, respirando circa una volta al minuto, sopravvivendo esclusivamente grazie allo scambio di ossigeno-Co2 tra lui e le piante. Dopo la fine della performance, circa 10 metri cubi d’aria della casa di vetro erano stati compressi in tubi d’acciaio chiamati  ‘sculture del respiro’ (breathsculpture appunto) che dovevano simboleggiare così l’interdipendenza tra uomo e ambiente.
A chiusura delle performance per dare concretezza alla narrazione, Bruno Flavio ha progettato insieme agli artisti coinvolti un’esposizione/installazione didascalica per condividere i momenti più intensi dei percorsi e continuare a promuovere il messaggio di interdipendenza uomo/natura in un periodo storico  in cui la salvaguardia dell’ambiente rappresenta un obiettivo incontestabile.  Come Breathsculpure fu a suo tempo dedicata a Joseph Beuys , che  proprio da Capri aveva lanciato il suo messaggio rivoluzionario e iniziato la sua campagna di difesa della natura, così la performance Aria di Capri-Breathsculpure omaggia Beuys mettendo il simbolo del ‘limone’, che ispirò Capri-Batterie, al centro del QRCODE. Halpern aveva collaborato con Beuys nel 1979 alla realizzazione presso il Museo Guggenheim di New York dell’unica retrospettiva dell’artista quando era ancora in vita, realizzando il documentario “Transformer-Joseph Beuys” .
L’esposizione Aria di Capri-Breathsculpture, realizzata con il contributo della Città di Capri e inserita nella rassegna culturale dell’associazione Capri-Paesaggi 1922-2022 si compone di due parti: nel salone centrale di Villa Lysis  “The tale”  ovvero il racconto dei momenti salienti della performance nelle foto di Bruno Flavio; nella sala attigua alla Sala dell’Oppio invece ci sono le Breathsculptures (precedentemente esposte al museo MADRE nella mostra UTOPIA/DISTOPIA), gli abiti e gli oggetti utilizzati durante la performance e una videoinstallazione che mostra momenti dei percorsi sull’isola.

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