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CRONACA

Registra video hard e minaccia la top manager, avvocato napoletano indagato per revenge porn rintracciato a Capri dai carabinieri per la notifica dell’avviso di garanzia e il sequestro dei dispositivi

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Ha un’appendice caprese – anche se i fatti sarebbero accaduti altrove – la vicenda, trattata dall’edizione romana del quotidiano La Repubblica e da Dagospia, di un presunto caso di revenge porn, una pornovendetta attraverso la diffusione di contenuti multimediali sessualmente espliciti.

A Capri, in piena estate, i carabinieri hanno rintracciato un avvocato napoletano, che stava trascorrendo le sue vacanze estive sull’isola, per notificargli un avviso di garanzia e sequestrargli i dispositivi elettronici.

Tutto inizia, secondo le notizie di stampa, in un appartamento di Milano a fine maggio. Un incontro di una notte si trasforma in un ricatto. Lei è una top manager 30enne che lavora in una società in provincia di Roma. Lui un importante avvocato napoletano di 53 anni. Il legale registra il rapporto. Poi la minaccia, altro sesso per evitare uno scandalo. Lei non ci sta, è sposata e quell’uomo non le interessa. Allora il professionista fa vedere il video al presidente dell’azienda dov’è impiegata la 30enne. L’avvocato la definisce una poco di buono che frequenta malavitosi. Risultato? La manager viene licenziata.

La 30enne reagisce. Passa al contrattacco, denuncia a Roma l’avvocato per stalking e revenge porn.

Ad agosto i carabinieri a Capri bussano nell’appartamento del 53enne di Napoli, proprio nel bel mezzo della sua vacanza. Avviso di garanzia e decreto di sequestro per tablet e telefonini. Inizia l’indagine degli inquirenti capitolini.

“La storia è complessa. La vittima – scrive La Repubblica – si accorge che qualche cosa non va proprio nell’appartamento milanese a fine maggio. Un flash li illumina mentre sono abbracciati. Intuisce che c’è un dispositivo che li registra. Chiede spiegazioni all’avvocato. Il legale ammette la volontà di riprendere il rapporto. La 30enne è categorica. Gli chiede di cancellare tutto. L’uomo, apparentemente, soddisfa la sua richiesta.

Quella serata, iniziata come incontro di lavoro, si conclude così. La manager torna a Roma. L’avvocato a Napoli. Poi iniziano ad arrivare i primi messaggi: le chiede insistentemente di vedersi. Fissa appuntamenti in diversi alberghi. La 30enne rifiuta. Per la manager non è facile. Il legale, infatti, sta trattando con la sua stessa azienda per concludere alcuni importanti affari.

Alla fine, a metà giugno, invia uno screenshoot del video. Non l’aveva cancellato, c’è lei a torso nudo. A questo punto i due si chiamano: “Obbedisci, mi devi obbedire”, dice l’avvocato alla manager secondo la testimonianza offerta dalla stessa donna”.

I primi di luglio accade l’imponderabile. La 30enne viene convocata dal presidente della società. Il numero uno dell’azienda in cui lavora è scuro in volto. Secondo la ricostruzione offerta dalla vittima lui le riferisce: “l’avvocato mi ha detto che sei una donna di basso livello, molto vicina agli ambienti dello spaccio della droga e della ricettazione, inoltre stanno circolando immagini compromettenti sul tuo conto”. Immagini mostrate dallo stesso legale al presidente.

La manager viene accompagnata alla porta. Il suo lavoro nella società è terminato. Per la donna è un incubo. Decide, però, di reagire. Denuncia tutto. Il 10 di agosto i carabinieri a Capri danno il via ai sequestri dei “dispositivi elettronici” dell’uomo. Adesso, gli investigatori indagano e vanno a caccia del video hot usato per ricattare la manager.

Inutile dire che sui protagonisti della vicenda vige il più stretto riserbo.

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