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Alex Venuto si racconta e presenta “Caligola”, il suo ultimo romanzo ambientato in larga parte nella Capri imperiale

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Alex Venuto, scrittore e conduttore radiofonico, è l’autore del romanzo “Caligola”, edito dalla Montag e ambientato in larga parte a Capri a Villa Jovis in epoca romana.

Un accampamento militare romano, nella provincia della Germania, un generale prende tra le braccia e solleva di fronte ai legionari ammirati il proprio figlioletto, un bambino di pochi anni vestito da soldato: nasce così il mito di Caligola.

Bambino prodigio amato dall’esercito, il figlio del generale Germanico assisterà prima alla morte per avvelenamento del padre poi, diventato più grande, alla sistematica distruzione di quello che resta della propria famiglia per mano del prefetto del pretorio Seiano, mano longa dell’imperatore Tiberio.

Dopo aver visto arrestare la madre e i due fratelli maggiori, Caligola verrà prima assegnato alle cure particolari e ai progetti di potere di Livia, moglie di Ottaviano Augusto e infine deportato insieme alle sorelle sull’isola di Capri dove Tiberio, imperatore debole e paranoico, da anni vive in un esilio autoimposto nella sua personale corte dei miracoli fatta di maghi, astrologi e indovini ciarlatani.

Qui, Caligola giocherà la sua partita più importante: quella contro le proprie paure, sulla tabula lusoria di una storia personale e familiare che ha lasciato segni profondi nella sua persona.

Insieme a personaggi come Macrone ed Ennia, Giulio Agrippa e Tiberio Gemello, aiutato da sua sorella Giulia, Caligola avrà bisogno di tutte le sue capacità non solo per sopravvivere ma per poter sfidare sul campo prima Seiano e, infine, Tiberio, consapevole però che il vero avversario è, in ultima analisi, dentro di sé.

Il carattere è destino.

Una storia avvincente, il romanzo di formazione di una delle personalità più controverse della Storia, raccontato in prima persona, che ha come palcoscenico di prestigio Roma e che vede come protagonisti i personaggi più importanti dell’epoca, da Ottaviano Augusto a Livia, dal generale Germanico a Tiberio fino ad arrivare a lambire i confini della vicenda umana di Gesù, coetaneo di Caligola.

Sullo sfondo, il pensiero e la cultura greco-latina, le abitudini degli uomini del tempo, i loro dei e i riti per onorarli.

Mescolando finzione e fatti reali l’autore dà vita a un romanzo monumentale, l’affresco di un’epoca grandiosa che, a partire dal profilo psicologico dei personaggi ricostruito sulla base di un’accurata e personale documentazione storiografica, pone interrogativi attuali sul ruolo del mostro nella narrazione storica e sulla necessità del male che incarnano alcuni personaggi, dietro ai quali la concretezza della persona sembra sfumare.

Per dirla con Philip K. Dick, padre della Science Fiction, ‘a volte la risposta appropriata alla realtà è diventare pazzi’.

Perché un romanzo sulla vita di Caligola?

“Di Germanico, figlio del generale Germanico e di Agrippina, si sa poco: si conoscono le azioni dell’imperatore Caligola ma non quello che pensava e ancor meno ciò che ha detto, a parte alcune frasi a effetto sopravvissute non solo al tempo ma anche alla storiografia di certo non compiacente nei confronti di questo personaggio sicuramente bizzarro, senza dubbio sofferente. Il mio intento nasce da un dubbio nato con la lettura dell’autore norvegese Karl Ove Knausgard e con il suo monumentale ‘La mia battaglia’: che cosa c’è dietro un personaggio?E quale persona c’è dietro un personaggio scomodo, negativo? È lecito scriverne?

Il mio viaggio nell’antieroe nasce persino prima, da una recensione scritta da Federico Rampini sul libro ‘Cigni selvatici’ di Jung Chang dove il giornalista si interrogava sulla parzialità di certe bio-grafie di personaggi storici, in questo caso Mao Zedong, dove il punto di vista dell’autore è fin troppo evidente e quindi non obiettivo.

Knausgard, nell’ultimo volume della serie, intitolato ‘Fine’, scava negli scritti di persone che hanno frequentato e conosciuto un giovane Adolf Hitler prima che diventasse il personaggio che noi tutti abbiamo conosciuto e deprecato, un ragazzo che, scartato dall’Accademia di Belle Arti di Vienna, vive nella capitale degli Asburgo come un bohème e come un clochard, prima di partire soldato nella Grande Guerra e votarsi all’ideologia politica di una Germania über alles”.

È lecito scrivere dell’uomo dietro il mostro?

“Nei miei primi due romanzi, In direzione opposta e La saggezza del Lupo, mi sono divertito a tracciare i profili di persone che non avevano le capacità per costruirsi una vita adatta alle proprie aspirazioni e che solo dopo essere state fermate, in comunità o in carcere, trovavano una via artistica per la sopravvivenza. Di tali personaggi mi ero innamorato in quella letteratura dei cosiddetti wanna be che parte da Dostoevskij e Tolstoj per poi trovare inchiostro fertile, dopo la psicoanalisi, in Mann, Svevo, Joyce, Roth. E in Knausgard. Mi piaceva l’idea di persone che lottano per riuscire in qualcosa che, in modo adattivo, ad altri riesce come norma: vivere. L’idea di scrivere su un personaggio come Caligola chiudeva, a mio modo di vedere, due cerchi per me importanti: terminare una sorta di trilogia dell’antieroe e approfondire il tema della persona dietro al personaggio. La spinta decisiva a raccontare questa storia è stata l’incontro con il libro di Aloys Winterling, ‘Caligola: dietro la follia’ e con il suo punto di vista innovativo, capace di guardare oltre l’etichetta. Per poter scrivere questo romanzo storico ovviamente ho dovuto per prima cosa studiare molto materiale per ricreare non solo il mondo nel quale Caligola è vissuto, che ritroverete riprodotto in modo fedele nei luoghi dove si svolge la storia, da Roma a Capri a Miseno, ma anche il modo di pensare e di sentire dell’epoca. Utilissimi in questo senso sono stati gli Annali di Tacito, La vita dei Cesari di Svetonio, la Storia Romana di Cassio Dione ma anche libri come l’Amleto o saggi sul disturbo da stress post-traumatico e sul disturbo narcisistico di personalità”.

Come si sopravvive al dolore? Come si afferma il proprio diritto a esistere nonostante tutto?

“Rispondo con il mio Caligola. A partire dalle azioni del personaggio Caligola, poi, ho cercato di ricostruire il profilo psicologico della persona Germanico e di seguirlo negli anni della sua traumatica formazione, cercando di muovermi con lui in una cornice di senso logico e nel rispetto del materiale umano a mia disposizione. Spero di aver raggiunto il mio scopo, che non era quello di ricreare alla perfezione Caligola come un clone ma di averlo fatto risultare credibile rispetto ai dati in nostro possesso. In qualche modo, moderno. È stato per me molto emozionante incontrare attraverso la narrazione personaggi storici come Augusto e sua moglie Livia, Tiberio, il generale Germanico e persino Ponzio Pilato”.

Come si scrive un romanzo storico?

“Devo precisare che, nonostante abbia cercato di mantenermi fedele da un punto di vista storico alle date a mia disposizione, ho modificato alcuni eventi a vantaggio della narrazione cosa che il romanzo storico permette. È una sorta di gioco di equilibrio tra lo studio e l’attenzione alle date e agli elementi storici della realtà dei fatti e dei personaggi narrati e una certa fantasia istruita per colmare le zone d’ombra e costruire una narrazione avvincente. Mai come nel romanzo storico è possibile creare quella finzione credibile che l’arte consente”.

Cosa volevi raccontare?

“Il mio intento era quello raccontare la storia di un uomo vissuto duemila anni fa, quasi contemporaneo di Gesù, e quella della sua famiglia ma anche la formazione di un ragazzo che, tra mille difficoltà, cerca di sopravvivere per sé e per le persone che ama. Quella di Caligola è la storia di un principe cresciuto all’interno della famiglia reale più famosa del mondo di allora, quella che da Giulio Cesare aveva portato sul trono Tiberio attraverso la scelta di Ottaviano Augusto, una famiglia reale caratterizzata da grande splendore e grandi sofferenze. Ed è la storia di come Caligola ha tentato in tutti i modi di farsi un nome nella Storia perché, come ama dire, il carattere è destino. Credo che, in questo senso, la sua avventura sia molto moderna. Ringrazio come sempre la Montag Edizioni per avermi dato fiducia in questa nuova avventura”.

Gran parte del romanzo è ambientato a Capri.

“Sì. Caligola rimase molto tempo nella meravigliosa Villa Jovis, proprietà di Tiberio. Sotto Augusto, l’isola venne abitata nel tempo da moltissimi facoltosi romani e fu scelta dal suo successore come rifugio per un esilio dorato. Già allora, Capri era sinonimo di dolce vita”.

‘’Rallentai alla vista delle prime case del borgo che si affacciavano direttamente sul porto voluto da Tiberio; l’imperatore aveva cono-sciuto per la prima volta l’isola grazie ad Augusto, ci erano stati in-sieme. Si racconta che, quando Ottaviano era sbarcato a Capri per la prima volta di ritorno da un viaggio in Oriente, una quercia anti-chissima, considerata morta dalla gente del posto, aveva ridato se-gni di vita. Augusto rimase così colpito da questo avvenimento da voler togliere l’isola dal controllo di Neapolis avocandola a Roma.

Capri era stata, fino ad allora, un’isola abitata dai greci; l’incontro con Augusto fece mescolare le nostre genti e l’imperatore, che la scelse come luogo prediletto per la villeggiatura, le diede nome Apragopolis, ovvero città del dolce far niente’’

“Qui, a 19 anni arrivò anche Caligola. E vi rimase a lungo”.

‘’Ma era destino che tutto cambiasse ancora e un nuovo viaggio si preparava per me e per le mie sorelle.

Capri ci aspettava. Avevo 19 anni.’’

“Mi sono documentato a lungo per creare ambientazioni realistiche sia della villa che dell’isola e soprattutto per dare vita a quello che doveva essere all’epoca di Tiberio, centro del potere”.

‘’Potevo vedere, distesa sul pelo dell’acqua, Capri dalla finestra. Maledetto, amato scoglio dei miei anni più intensi, irto e scosceso, ammantato di boschi, abbracciato dal mare e custodito da cieli infi-niti, baciato dal sole e tormentato dai venti, prediletto dagli dèi, odoroso di terra scura e di sale in estate e degli infiniti roghi accesi dai contadini in autunno, che estraggono con fatica dai campi i sa-cri frutti del loro furore e si riposano al fuoco sotto veli di stelle; rifugio e prigione, dove forse non avrei mai più messo piede.’’

“Ma non solo Villa Jovis. Anche la meravigliosa Grotta Azzurra, Ninfeus di Tiberio, è tra i luoghi citati dal libro:

Dal canto mio, restai a bocca aperta. Non avevo mai visto nulla di simile. La nostra imbarcazione si trovava al centro di una grotta bassa e lunga dalle pareti di roccia scura e l’acqua sembrava come illuminata dal profondo, come se un dio in persona avesse acceso decine e decine di fiamme azzurre sul fondale marino”.

Oltre a scrivere hai anche un programma radiofonico di successo.

“In realtà due, Alhambra e AmBm! Oltre alla passione per la scrittura, ho sempre avuto quella per la radio e grazie al mio programma Alhambra, del quale sono autore e conduttore e che va in onda ogni lunedì dalle 21 sulla webradio www.bmradio.it ho avuto la fortuna di intervistare gli autori più importanti della letteratura italiana, da Paolo Cognetti a Erri De Luca, e persino artisti come DjJad degli Articolo 31, Frankie Hi Nrg e Cisco ex Modena City Ramblers. Cerco di fare cultura per tutti e con tutti, promuovendo un programma di facile ascolto ma dai contenuti interessanti, dove l’ospite sceglie anche le canzoni da sentire in onda. Con AmBm ho avuto l’immensa fortuna di conoscere persone di spicco della storia recente della Liguria, terra dalla quale provengo, come Egle Possetti, portavoce del comitato parenti vittime del ponte Morandi, Elena Giuliani, sorella di Carlo, ma anche con chi ha riqualificato il quartiere Certosa di Genova dopo il crollo del ponte Morandi. Collaboro anche con Clarissa d’Avena, sorella di Cristina, con interviste settimanali ad artisti emergenti di talento!”

Alex Venuto è autore di cinque romanzi, di cui tre per la Montag per la quale ha vinto l’edizione 2019 del concorso ‘’Le Fenici’’ pubblicando il suo romanzo di esordio In direzione opposta, dopo il quale pubblica La saggezza del lupo, ambientato nel carcere di Milano Bollate. Nel 2020 vince il concorso nazionale Booktribù e pubblica Triora, romanzo ambientato nella omonima cittadina ligure famosa per i processi alle streghe in epoca medioevale e incentrato sul tema della violenza di genere e femminicidio. Nel 2021 pubblica il sequel, La sindrome di Proust, dedicato a Genova e incentrato su temi come il crollo del ponte Morandi e come il G8 del 2001 nonché su quello della memoria, in onore al celebre narratore della Recherche. Dal 2021 è autore e conduttore del programma radiofonico per scrittori e artisti Alhambra grazie al quale ha intervistato i più importanti autori italiani del momento. Caligola è disponibile sulle piattaforme online delle migliori librerie italiane e sul sito www.edizionimontag.it

Per comunicare con l’autore:

Instagram: venuto_alessandro

Mail: alex.venuto@libero.it

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