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CRONACA

Si sono salvati aggrappandosi ai rottami mentre lo scafo affondava: i drammatici particolari del soccorso tra Capri e Punta Campanella

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Il giorno dopo la tragedia sfiorata nelle acque tra Capri e Punta Campanella, emergono nuovi dettagli sulle drammatiche fasi del salvataggio dei cinque naufraghi partiti con un cabinato di 9 metri da Castellammare di Stabia colato a picco in un tratto di mare davanti alla costa della Penisola Sorrentina la cui profondità è di circa 200 metri. A bordo tre adulti e due minori, di Santa Maria La Carità. In breve l’imbarcazione ha iniziato a riempirsi di acqua a causa, a quanto si è appreso, del cattivo funzionamento delle prese a mare per il raffreddamento dei motori. Il mare ha presto invaso la sentina attraverso i fori di scarico rendendo lo scafo ingovernabile. Lanciato l’sos alla Guardia Costiera (a coordinare i soccorsi è stato Circomare Capri al comando del tenente di vascello Antonio Ricci), giunta in brevissimo tempo da Capri con la motovedetta Cp 858, i cinque occupanti della barca terrorizzati sono riusciti a salvarsi aggrappandosi a materassini e cuscini e ai rottami del motoscafo che nel frattempo stava affondando. Tre naufraghi sono stati poi recuperati da un’imbarcazione in transito e gli altri due dalla motovedetta. Nel frattempo sono stati avviate le procedure per consentire il recupero dell’unità affondata.

Si ricorda che in caso di emergenza in mare occorre immediatamente contattare il numero blu 1530 delle Capitanerie di Porto, attivo h24 in tutta Italia, e fornire tutti i dettagli per un intervento tempestivo: la velocità nei soccorsi è fondamentale e può consentire di evitare tragedie in mare.

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