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CRONACA

La lettera a “Il Mattino”: “Che Capodanno da incubo a Capri, se non volete i turisti ditelo chiaramente”

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Lettera pubblicata oggi dal quotidiano Il Mattino nella rubrica “La lettera della domenica”

Che Capodanno da incubo. Chi ha deciso di fare visita a Capri ha avuto una serie infinita di amare sorprese. Iniziamo dal sito della compagnia di traghetti Caremar che riporta orari di partenza da Napoli inattendibili (partenza delle 12.30 che non esiste), alla funicolare che conduce alla «piazzetta» che non funziona (il sito riportava il contrario), all’assenza di un servizio bus navetta (presenti solo taxi e bus privati), alla chiusura dei principali siti archeologici (Certosa, Giardini di Augusto) e, per concludere, alla chiusura della quasi totalità dei negozi (con cartelli che informavano la ripresa delle attività ad aprile 2020). Se non volete i turisti a Capri, ditelo chiaramente!           Francesco de Blasio – Napoli

La risposta

Con tutto il rispetto, gentile lettore de Blasio, capisco il disappunto per i disservizi ma non la sua delusione. A Capri ci sono mille cose da vedere, al di là dei negozi. Charles Dickens disse che «in nessun luogo almondo ci sono tante occasioni di deliziosa quiete come in questa piccola isola». Per vivere l’incanto caprese bastava immergersi nelle mille sfumature d’azzurro; guardare attraverso l’ampia fenditura della Grotta delle Felci affacciata sul mare; scrutare (cito La Capria) «grotte e insenature dove sembra ancora possibile di veder nuotare i tritoni e le sirene del mito». Capri è il più bel viaggio del mondo, parola di Goffredo Parise; «è una donna in una cuffia rosa», secondo Majakovskij. Costa, ma non può mai essere un incubo, neppure nel caos delle feste.           Pietro Gargano

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