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Rinasco a Capri, convegno junghiano al Centro Caprense Ignazio Cerio

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RINASCO A CAPRI è il primo dato culturale del Convegno junghiano, patrocinato dalla Sezione Napoletana dell’Associazione Italiana di Psicologia Analitica e dalla rivista Tempo d’Analisi. Paradigmi Junghiani comparati, Aracne ed., generosamente ospitato dal Centro Caprense ‘Ignazio Cerio’ (sabato 13 ottobre dalle 9.30 alle 14.00). Esso vale come segno di rinascita – tema psichico caro a C.G. Jung- e come speranza di trasformazione, radicata nella comprensione del passato, dell’ antichità classica, dell’ Umanesimo, del Rinascimento,  del Seicento, dell’ Illuminismo:  G. B. Vico nasce nel 1668 e muore nel 1744.

Il pensiero clinico di C. G. Jung ( 1875-1961 ), storico e insieme attuale, presenta un’oggettiva convergenza con il pensiero vichiano, in particolare per quanto riguarda i temi della psiche collettiva – v. la nozione junghiana di inconscio collettivo – , della nascente soggettività, dell’immaginazione, della fantasia.

Non minore è l’affinità constatabile tra Vico e S. Freud ( 1856-1939 ), pioniere della psicoanalisi, di cui si ricorda il saggio Il poeta e la fantasia.

Da tale area di riflessione muovono psicoanalisti freud-kleiniani, analisti junghiani, filosofi e cultori esperti del pensiero vichiano, astrologi attenti al simbolismo nella storia del pensiero, per delineare tasselli di conoscenza e ulteriore ricerca in una prospettiva epistemologica specifica e comparata.

Si parlerà della potenza illusoria e reale dell’immaginazione, dell’inesauribile travaglio che caratterizza ogni epoca, ogni individuo. Pensare accomuna e distingue, aiuta a circoscrivere il rischio di chiudersi nell’isolamento, ad apprezzare il riconoscimento della vulnerabilità e preziosità delle linee di confine. Il limite è un necessario argine costitutivo dell’identità, esposto all’erosione operata dalla natura e dalla storia, alla potenza unificante dell’amicizia e dell’amore, alla minaccia catastrofica dell’odio e della guerra.

Il confine, per chi non ami le dittature, è un passaggio al riconoscimento e alla riconoscenza.

Immaginare, a partire dalle esigue, feconde e  impegnative fonti di  certezza intorno all’identità ( costituite, secondo il compianto, insigne genetista L. Cavalli Sforza, da geni, sangue, linguaggio ) è una ricchezza immateriale spesso oscurata. I bambini che nascono in un’isola sembrano ancor oggi inclini a credere che l’isola sia il mondo. Per contro ogni isola, se si è capaci di maturazione, è un potenziale tesoro. Ogni isola, per chi giunga ad apprezzare anche il chiarore della veglia, fortificato dal sonno, dal sogno e dalla fantasia, può orientare a contenere la solitudine, concepire la solidarietà, evitare la massificazione, custodire il segreto e il ritmo della poesia accanto all’armonia di una prosa creativa, aperta, come furono aperti Vico e Jung, tra gioie e dolori, alla fantasia, che abita anche nelle scienze esatte. Così, per incanto, può accadere di accostare Ascona, sede della Fondazione Eranos ( fondata nel 1933 da Jung ) per gli studi sul rapporto tra Oriente e Occidente, e Capri, isola inconfondibile e misteriosa. Può accadere di rinascere a Capri.

 A. Vitolo

 

 



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