La storia di Black Chopin, una piccola cornacchia salvata a Capri da morte certa e diventata una mascotte dell’isola. Foto e video
5 Settembre 2020
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La storia di Black Chopin, una piccola cornacchia salvata a Capri da una morte certa e diventata nel tempo una piccola mascotte per l’isola. Una storia di amore per gli animali, di tolleranza, di altruismo che val la pena raccontare attraverso le parole di chi l’ha aiutata fin da subito prendendosene cura, insieme a foto e video che documentano l’intero percorso.
“Ho trovato la piccola cornacchia, ormai più di 3 mesi fa, sola e impaurita giù in Darsena. Era visibilmente un pulcino in difficoltà (accerchiata com’era dai gatti del Porto Turistico), zoppicava dalla zampa destra, gonfia e dolorante. Non la poggiava neppure”.
Inizia così il racconto che Maddalena Mangialavori affida al nostro giornale online.
“L’ho osservata per parecchi minuti – prosegue la ragazza – prima di avvicinarmi e raccoglierla, perché sapevo che spesso i genitori si prendono cura dei piccoli anche quando essi cadono dal nido, ma in questo caso il tempo passava, e nessuno sembrava in procinto di giungerle in soccorso. Così l’ho raccolta io.
Non era la prima volta che salvavo un animaletto in difficoltà e sapevo già a chi rivolgermi per un consulto veterinario professionale serio.
Giordano Nardini è uno dei migliori veterinari in Italia. Mi aveva aiutato già parecchie volte in passato, e così anche questa volta.
Mi ha spiegato come prendermi cura della piccola, da come nutrirla e curarla, a come procedere a pesarla giorno dopo giorno… Sempre presente e premuroso, Giordano mi ha insegnato tutto quello che oggi so rispetto a questo meraviglioso animale. E’ stato fondamentale e sincero il suo aiuto visto che da anni porta avanti l’Aba (l’Associazione Benessere Animale, fondata nel 2007 da un gruppo di Medici Veterinari) che si pone come scopo quello di aiutare concretamente animali abbandonati e bisognosi di cure”.
Oggi Black Chopin, questo è il suo nome, è un piccolo di cornacchia sveglio e vivace. Ama il contatto con gli esseri umani, dà confidenza e vuole giocare con tutti, ma non è stato facile e immediato all’inizio.
“Le prime settimane – racconta Maddalena – sono state cruciali, ancora non ero sicura che sarei riuscita a salvarla, ma una cosa era certa: è stata cresciuta libera sempre. Mai messa in gabbia, neanche dal primo momento. Non solo per un discorso etico personale, ma anche scegliendo di operare nel pieno rispetto delle leggi Italiane che lo vietano appunto. Dopotutto quando l’ho trovata era troppo piccola, non sapeva ancora volare, ma in tutto ciò desideravo che lei si sentisse pronta e così è stato. Alla vista dei primi saltelli e dispiegamenti di alucce, io e la mia amica Michelle Lauro abbiamo passato interminabili pomeriggi insieme a lei facendole fare esercizi di volo, chiamandola con un premio in cibo da un braccio all’altro dapprima, e poi spronandola via via a voli sempre più lunghi”.
La cornacchia è un animale davvero intelligente e sensibile, e così la piccola Black è alla scoperta del mondo.
“Tutta l’isola – continua Maddalena – sta facendo pian piano la sua conoscenza, anche perchè è facile entrare in sintonia con questa buffa palla di piume nere e grigie. Si riconosce che abbia già avuto un contatto umano dagli anelli blu sulle zampe, e dalla sua enorme voglia di cibo e coccole! Fabio Ferraro inoltre mi ha aiutato tantissimo in quest’ultimo periodo, ho avuto il piacere di conoscerlo e apprezzarlo sempre di più per il grande lavoro che fa sull’isola battendosi in prima persona per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente e degli animali”.
“In questi mesi – aggiunge la “madre adottiva” di Black Chopin – l’isola sta imparando a conoscere Black, e così a ricordarsi che amare gli animali si traduce in ‘rispettarli e proteggerli’, ma significa anche accettare e comprendere che anche loro fanno parte della nostra casa, la Terra. Significa comprendere che esista una profonda connessione che ci lega tutti. Vuol dire essere davvero in armonia con l’universo.
Da questa concezione nasce la necessità di un rapporto solidale e di reciprocità con l’ambiente di cui Capri si fa portavoce da sempre per le sue bellezze eterne, e oggi ancora di più forse anche con la storia di Black, una storia a lieto fine sia per la piccola, sia per il feedback positivo dimostrato dai Capresi per la tolleranza e la cura di questa creaturina”.
“Dalle esigenze individuali nascono atteggiamenti partecipativi all’interno dell’ecosistema e ogni giorno ricevo da Fabio video di tutte le persone che entrano in contatto con Black, che le danno da mangiare e giocano”, conclude Maddalena.
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