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CRONACA

Archiviato il procedimento penale relativo ai lavori all’Arco Naturale di Capri: Stroscio e Iazzetta scagionati dalle accuse

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Stroscio e Iazzetta scagionati dalle accuse relative ai lavori all’Arco Naturale, a Capri. Il Gip del Tribunale di Napoli Simona Cangiano ha accolto la richiesta formulata dal Pm Catello Maresca e disposto l’archiviazione del procedimento penale a carico di Massimo Stroscio e Giuseppe Iazzetta, che erano stati indagati a vario titolo per falso ideologico in atto pubblico, abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
La vicenda, che ebbe notevole risonanza mediatica, riguardava l’affidamento dei lavori di bonifica e messa in sicurezza all’Arco Naturale: l’arch. Stroscio all’epoca dei fatti era il responsabile dell’ufficio tecnico, l’ing. Iazzetta era il professionista che aveva curato la progettazione e i servizi di ingegneria. A dare il “là” alle indagini, affidate al Corpo Forestale dello Stato, era stata una denuncia sporta nel 2016 dall’associazione Italia Nostra che aveva segnalato un presunto scempio paesaggistico derivante dalla presenza dei cantieri per la messa in sicurezza dell’Arco Naturale e ritenuti abusivi dalla denunciante, la quale aveva evidenziato la mancanza dei pareri necessari allo svolgimento dei lavori nonchè alcune anomalie in merito alla concessione degli stessi, gettando ombre sulla correttezza della gara di appalto.
Accuse e sospetti smontati nel corso delle indagini.
“Dalle acquisizioni della documentazione inerente i lavori oggetto del procedimento, si evince – ha scritto infatti il Gip nel decreto di archiviazione – come per la tipologia di intervento da effettuare, che non prevedeva interventi su superfici boscate o modifiche dell’uso al suolo, si rendeva non necessaria né obbligatoria l’autorizzazione di cui al R.D. nr. 3267/1923 e quella di cui alla L.R. nr. 11/1996. La medesima tipologia di intervento rendeva altresì non necessario anche il preventivo parere dell’Autorità di Bacino prevista dall’art. 8 N.d.A. Psai, in quanto le opere di progetto non rientrano nella casistica dettata dalla norma”.
“L’ambiguità della normativa vigente e la difficoltà di inquadramento tecnico della fattispecie, unitamente alle attività investigative espletate dalla p.g. mediante attività di acquisizione documentale, permettono di escludere la sussistenza del fatto in ordine al reato di cui all’art. 479 c.p. e, comunque, la rilevanza penale della condotta in capo agli indagati, venendo a mancare l’elemento soggettivo del dolo. In ogni caso, anche per il lasso di tempo ormai trascorso dal fatto, si ritiene che non vi siano margini per un’utile prosecuzione delle indagini”, ha concluso il Gip, disponendo l’archiviazione del procedimento.

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