Un isolano oltre le isole: addio e grazie a Pietro Greco. Il ricordo di Carmelina Fiorentino
26 Gennaio 2021
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Tra le tante cose che ci ha tolto l’annus horribilis 2020 c’è il poter ascoltare Pietro Greco. Un malore fatale ha portato via un divulgatore scientifico come pochi che, per nostra fortuna, ha anche pubblicato tanto, sia in veste di autore sia in quella di curatore: da “Storia di Pi greco” alle biografie di illustri scienziati, da “Fisica per la pace, tra scienza e impegno civile” a “Mezzogiorno di scienza. Ritratti d’autore di grandi scienziati del Sud” recentemente uscito, purtroppo postumo. Chimico, docente universitario, consigliere del Ministro per l’università tra il 2004 e il 2008, giornalista scientifico, docente di Comunicazione della Scienza, conduttore del programma Radio Tre Scienza, giornalista de L’Unità, Pietro Greco fu anche tra i fondatori di Città della Scienza di Bagnoli e del giornale online Galileo; amico di Capri e di tanti capresi, mi scuserà – lui, persona schiva e modesta – se ho dimenticato qualche suo titolo.
Anche a questa comunità caprese – lui ischitano – diede un contributo per una crescita sociale e civile. Legato ad Anacapri da vincoli di famiglia e di amicizie, venne chiamato nel 1991 a dirigere il periodico locale “Oebalus” da un gruppo di isolani, che successivamente alla fondazione del giornale, nel 1992, si riunirono in associazione con il medesimo nome, ispirati dal principe caprese Oebalus citato da Virgilio che, insoddisfatto dei limiti isolani, volle allargare i propri orizzonti verso la terraferma. I “Percorsi PerCapri”, le conferenze su temi storici e di attualità, seminari per le scuole, due riviste di storia e cultura locale (“Oebalus” e “Conoscere Capri”), sono alcune delle attività che videro l’associazione impegnata – spesso in solitaria – nel campo della divulgazione storica e scientifica. Quanto l’Associazione Oebalus abbia dato alla crescita culturale isolana in quasi vent’anni di attività (finché le forze fisiche ed economiche glielo consentirono) chi scrive non è la più adatta a dirlo, pur avendo avuto l’onore di farne parte, né è oggetto di questo articolo.
Fu in quest’ottica di contributo civile, quindi, che Pietro Greco assunse la direzione di quella rivista, auspicando un nuovo vivere sociale ed una nuova economia. La collaborazione tra forze sociali ed economiche locali, coadiuvate da esperti ‘esterni’, avrebbe potuto dare sbocchi inaspettati e opportunità di crescita civile, sociale ed economica a tanti isolani. Un’economia e una società che alla quantità sostituiscono la qualità, una qualità totale. Certo in tempi in cui la quantità è venuta meno e la qualità non s’intravede (più) nemmeno all’orizzonte, quest’auspicio di Pietro Greco sembra più un’utopia.
“Venezia, Firenze e Capri hanno un unico e comune problema: convivere con il proprio prestigioso passato, … tre comunità sospese tra arte e paesaggio, tra crescita e degrado, tra invasione ed evasione…Molti per risolvere i problemi di Venezia, Firenze e Capri invocano leggi speciali…No, Oebalus non crede affatto che Venezia, Firenze e Capri possano essere liberate dai carabinieri o dai finanzieri così come Trento fu liberata dai bersaglieri….Oebalus non crede nell’Isola o città-museo. Oebalus ripropone l’Isola e le città-laboratorio…laboratori di sviluppo sostenibile, tentativi di migliorare la qualità della vita quotidiana della comunità che vi partecipa, elevando sia gli standard ambientali sia gli standard sociali…E’ per questo che… mentre propone di fare di Capri un laboratorio dello sviluppo sostenibile, si occupa dell’evoluzione della sua vita quotidiana. Della vita quotidiana di oggi e della vita quotidiana del passato”. Questi sono alcuni passi di un suo magistrale editoriale del maggio 1992: Venezia, se tu Firenze e Capri…, straordinaria sintesi di denuncia, proposta e fiducia nelle nuove generazioni isolane e nelle loro capacità di intessere rapporti con esperti ‘forestieri’ dei vari settori coinvolti che – letto ora a distanza di quasi trent’anni – testimonia quanto le sue visioni culturali fossero lungimiranti e quanto l’Isola sia rimasta bloccata.
Lo ricordiamo anche nel giugno 2005, in occasione del Referendum sulla c.d. ‘Procreazione assistita’, referendum abrogativo della Legge 40/2004 che introduceva limiti alla ricerca clinica e alla sperimentazione sugli embrioni nonché il divieto di fecondazione eterologa. Ebbene, in quella occasione, un comitato isolano costituitosi per il SI ai quesiti, chiamò a tenere una conferenza Pietro Greco e Pino Spirito, che accettarono con l’entusiasmo e lo spirito di collaborazione civica che li contraddistingueva. Essi dimostrarono, ognuno per il proprio campo d’interesse e ognuno con tutta la chiarezza e la professionalità possibile quanto quei limiti e divieti fossero antiscientifici, antistorici e ledessero i diritti dei cittadini (il divieto di fecondazione eterologa per le coppie portatrici di patologie è non solo illecito, ma anche crudele, ad esempio). Fu un bel momento di comunità civile, nonostante la presenza di alcuni ‘guastatori’ che dimostrarono solo l’inciviltà e la bassezza morale loro e di chi li aveva inviati all’incontro. A dispetto dell’astensione che portò all’insuccesso del Referendum, la Corte Costituzionale ha – negli anni – smontato punto per punto tutti i divieti introdotti con quella legge, rendendola così inefficace, restituendo al paese la possibilità di ricerca scientifica, a migliaia di coppie alcuni dei diritti loro negati e dimostrando infine a tutti noi che le obiezioni, i dubbi, le critiche che Pietro Greco e Pino Spirito facevano a quella legge erano tutti legittimi e fondati.
Oltre alla vicinanza ai parenti e agli amici di Pietro, speriamo arrivi a lui la nostra gratitudine per essere stato uno di quei forestieri dei quali era sostenitore Oebalus, di quelli che non ci arricchiscono con il proprio denaro, ma condividendo con noi i loro valori, la loro professionalità, la loro civiltà.
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