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CRONACA

La lettera: Capri, Piazza Martiri d’Ungheria tra impegni disattesi e indifferenza di sistema

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Riceviamo e pubblichiamo.

Capri, Piazza Ungheria; a soli 100 metri dalla mitica Piazzetta rappresenta un significativo esempio, purtroppo non il solo, di impegni disattesi, di poca cura se non disinteresse del territorio, di insensibilità e indifferenza per le legittime esigenze, le aspettative e la stessa salute della cittadinanza e degli ospiti. La rappresentazione plastica e tangibile di una incapacità e di un’indifferenza di sistema, generalizzata e preoccupante, che coinvolge a vari livelli di responsabilità gli imperturbabili e spocchiosi Amministratori, le distratte forze dell’ordine, le apatiche Associazioni di categoria, l’abulica classe imprenditoriale e professionale e la stessa cittadinanza rassegnata e tollerante.
Un’area come la Piazza in questione, di intensissima frequentazione e di vitale importanza che rappresenta un passaggio quasi obbligato per l’accesso alla città, seppur destinata a terminal di arrivo, sosta e partenza dei veicoli di trasporto pubblico dovrebbe poter svolgere questa funzione in una permanente condizione di decoro estetico ambientale, di pulizia, di ordine, di organizzazione, all’altezza della nostra reputazione. E’ Invece tutt’altro.
E’ occupata in buona parte da un manufatto/ “baracca” di natura precaria, anonimo, sgradevole e del tutto fuori contesto che offre una riprovevole ed inaccettabile immagine di incuria e abbandono; versa infatti costantemente in uno stato a dir poco vergognoso per le condizioni di igiene e pulizia che costantemente lo caratterizzano; è una condizione che pressoché inalterata, si perpetua nel tempo.
I profilati in ferro della struttura sono quasi del tutto scrostati e sverniciati; altrettanto i mancorrenti di incanalamento che l’utente evita finanche di sfiorare; il soffitto è annerito dai gas di scarico; sulle vetrate perimetrali la polvere e lo sporco fanno quasi corpo unico con le lastre di vetro; i corpi illuminanti sono opacizzati dal sudiciume e dalla vetustà, alcuni con lampade immancabilmente fulminate; i cestini gettacarte sono di frequente traboccanti; i muretti perimetrali sono imbrattati dalle pedate; il piano di calpestio spesso è cosparso da una gran quantità di mozziconi di sigaretta, di cartacce e quant’altro.
Questo stato di cose, più volte segnalato non trova risposte; in primis da parte di ATC e taxi che non mostrano alcun riguardo nei confronti dell’utenza; entrambi svolgono un servizio pubblico e ad essi dovrebbe competere anche una serie di incombenze che rientrano in normali attività di ordinaria manutenzione dell’area loro affidata in uso. Altrettanto sorprende la latitanza e l’acquiescenza dell’Amministrazione e degli organi di controllo cui compete accertare e garantire che almeno sulle aree dove si esplica un servizio pubblico, tutto sia in ordine e presentabile.
Tra questa stessa piazza e piazzetta Strina poi, sorge un fabbricato di proprietà privata che dal punto di vista estetico, iniziando dai portici sottostanti, è in una condizione a dir poco indecente; un “pugno nell’occhio” per chi proviene dai due Golfi. È mai possibile che non si riesca a sollecitare o anche intimare ai proprietari di intervenire oppure procedere in danno?
Intanto la mediocrità della classe politica in perenne faziosità e litigiosità, la sua mancanza di programmazione, di progettualità ambiziosa e di visione del futuro, fa si che come tanti altri progetti, resti ancora un sogno nel cassetto liberare dal traffico veicolare piazza Ungheria offrendo alla città una splendida e panoramica area, rendere via Roma pedonale e trasferire a Piazzale Europa, opportunamente ampliato, il terminal dei bus pubblici, lasciando a piazzetta Strina l’arrivo e lo stazionamento dei soli taxi.
Ci mancava anche la maledetta pandemia che è divenuta un comodo e facile alibi per giustificare inerzia e immobilità; ci si dimentica però che la pandemia non fornisce alcun alibi per giustificare l’incapacità.

Guido Gargiulo

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