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CRONACA

Il XIX Forum internazionale Unesco “World Heritage and Design for Heat” lancia da Capri il manifesto delle città post-Covid

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Il XIX Forum Internazionale Unesco “World Heritage and Design for Heat” lancia il manifesto delle città post-Covid. E lo fa da Capri, dal Palazzo dei Congressi, a pochi passi da uno dei “salotti” del mondo.

Dai cinque continenti, scienziati e ricercatori, anche in modalità da remoto, si sono confrontati su proposte e progetti per adeguare alle mutate esigenze della crisi pandemica i luoghi che l’ uomo abita e quelli dove produce o trascorre il suo tempo libero. Dal rendez vous caprese è emersa “la necessità globale di ridefinire su canoni antichi il ruolo e le funzioni urbane del futuro per dare risposte alle mutate esigenze di salute e sicurezza”. Un nuovo manifesto, dunque, che si basa sulla teoria che “le città devono tornare a fare le città. Devono tornare ad essere quei siti meravigliosi inventati seimila anni fa, che riescono a essere contemporaneamente luoghi dell’ innovazione, delle opportunità, dell’ integrazione, ma anche della cura e della sicurezza. In particolare, le città italiane devono tornare a essere molteplici e plurali”. Costituite da quartieri che tra di loro scambiano servizi e utilità, in modo tale che davanti alle crisi, perché questa che stiamo superando non sarà l’ ultima, le nostre città siano più resilienti, è stato ribadito. “Non solo in modo che possano uscire definitivamente dal blocco sanitario, ma anche per imparare dalle criticità dell’ ultimo anno. Ma soprattutto, non è possibile continuare a immaginare un modello di sviluppo che sia esso stesso produttore della crisi”.

Da Capri è arrivata l’ indicazione che una dimensione più contenuta e un’ intensità urbana meno frenetica, come quelle che abbiamo visto non aver retto alla pandemia, permettono di avere quell’ equilibrio maggiore tra lo spazio e la comunità. Il convegno caprese insegna che questo modello di città, la città media, il cosiddetto borgo, possono diventare, se non il modello, almeno il campo di sperimentazione. Da queste esperienze può partire il riequilibrio territoriale urbano. L’ auspicio è che la documentazione prodotta durante la tre giorni in cui sono intervenuti i governi locali, nazionali e sovranazionali possa offrire spunti importanti.

«Il senso del Forum – ha affermato il professor Carmine Gambardella, ceo del Consorzio Benecon University – è proprio quello di utilizzare una rete internazionale di scienziati per fornire proposte e progetti. Il grande potenziale di questa manifestazione, che l’ anno prossimo taglierà il traguardo del ventennale, viene espresso proprio dalle oltre 800 cattedre Unesco nelle università di tutti e cinque i continenti. Si tratta di una rete di oltre 7mila ricercatori che si riconoscono nei temi della salute, dell’ ambiente, del paesaggio, dell’ architettura e dei beni culturali».

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