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CRONACA

Il papà di Emanuele Melillo: “Dall’avviso di chiusura indagini emerge che il bus aveva affrontato 27 interventi di manutenzione straordinaria e che un mese prima dell’incidente il pedale dell’acceleratore non rispose ai comandi”

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Il documento di chiusura delle indagini preliminari della Procura di Napoli, notificato a 9 indagati, assolve completamente l’operato dell’autista affermando che “si tratta di una morte sul lavoro per cause esterne al conducente del veicolo”. E’ quanto ribadisce in un commento su facebook Nazzareno Melillo, papà di Emanuele Melillo, l’autista 32enne di Napoli morto nell’incidente dell’autobus del 22 luglio 2021 a Capri.

“La Procura, nell’emettere il verdetto di ‘chiusura indagini’, ha individuato 9-10 presunti colpevoli che rischiano una dura condanna per omissioni gravisisme riguardanti la sicurezza sulla strada e sul luogo di lavoro”, rimarca Nazzareno Melillo.

Il padre di Emanuele si sofferma poi sulle “schede di manutenzione” del bus (allegate alle pagine 76-77-78-79 dell’avviso di chiusura indagini) dalle quali – afferma – “risulta che, negli ultimi 6 mesi, il pulmino aveva affrontato circa 27 interventi di ‘manutenzioni straordinaria’, di cui, quello che desta maggiore preoccupazione e sospetto, è quello del giorno 25/06/2021 ‘La vettura accelera da sola e il pedale dell’acceleratore non risponde ai comandi’, perché ci riporta all’inspiegabile ‘accelerata’ del bus nel tratto di strada incriminato che ne ha causato la tragica sciagura”.

“Tutto è appena cominciato, ci aspetta un processo ostico, penoso e persino ingrato per il povero Emanuele che non vi potrà neppure partecipare”, conclude il papà di Emanuele Melillo.

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