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Medicina: esperti di tutto il mondo a Capri per il meeting internazionale sull’ipertensione polmonare

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Al Centro Polifunzionale di Capri, Sala Luigi Pollio, è in corso il “Focus on Pulmonary Hypertension”, meeting internazionale sull’ipertensione polmonare organizzato dal 2011 dal dottor Michele D’Alto, responsabile del Centro per la diagnosi e cura dell’ipertensione polmonare della Cardiologia Vanvitelli dell’ospedale Monaldi di Napoli (direttore professor Paolo Golino), a cui afferiscono anche il dottore Emanuele Romeo e la dottoressa Paola Argiento. Partecipano circa 150 esperti provenienti internazionali tra i quali Rosenkranz (Germania), Naeije (Belgio), Benza (USA), Sitbon (Francia), Gatzoulis (UK). Tra gli interventi quello del direttore generale del Monaldi, dottoressa Anna Iervolino.

Quali sono le novità più importanti di cui si parla nel focus di Capri?

Innanzitutto la presenza di nuovi farmaci, ad esempio il sotatercept, un farmaco biologico.

I dati presentati nel marzo scorso all’ultimo congresso dei cardiologi americani (American College of Cardiology) sono eclatanti. Questo farmaco consente un maggior flusso di sangue nelle arterie polmonari e riduce di oltre l’80% le ospedalizzazioni.

I due maggiori enti regolatori, l’agenzia americana FDA e quella europea EMA, presto ne autorizzeranno la commercializzazione. Potrebbe essere una vera svolta.

Altri farmaci, inoltre, stanno avanzando in diverse sperimentazioni, ripartite dopo il rallentamento dovuto al COVID-19. Il futuro sarà sicuramente più roseo.

Le linee guida europee sull’ipertensione polmonare hanno definito la strategia terapeutica ottimale per curare l’ipertensione arteriosa polmonare. Si inizia quasi sempre con una combinazione di farmaci (due o tre diversi) per aggredire la malattia dall’inizio. I lavori scientifici e le sperimentazioni dei centri italiani, e del centro del Monaldi in particolare, sono largamente citati dalle linee guida. Questo è un grande riconoscimento al lavoro del gruppo promotore del meeting di Capri, significa aver contribuito in maniera decisiva a stabilire un percorso terapeutico.

Dove si cura l’ipertensione arteriosa polmonare? Esistono centri di riferimento in diverse regioni d’Italia. Quello del Monaldi è uno dei più grandi ed attivi. E’ stato il primo, inoltre, a dotarsi di un Percorso diagnostico, terapeutico ed assistenziale (PDTA)  sull’ipertensione polmonare.

I centri italiani, poi, sono organizzati in un modello “hub-and-spoke”, cioè una rete di stretta collaborazione tra centri più e meno esperti. Il gruppo di lavoro “Italian Pulmonary Hypertension NETwork” (IPHNET) ha cambiato l’approccio alla malattia in Italia e rappresenta un modello internazionale di lavoro e di ricerca.

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