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CRONACA

Area marina protetta dell’isola di Capri, documento delle associazioni del comparto pesca: “Azzerare le incongruenze”

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Area marina protetta, la lettera delle associazioni del comparto pesca. “Zonizzazione AMP isola Di Capri e pesca ricreativa/sportiva in Zona Bs.– Riscontro nota ISPRA del 09/05/2023”: è il titolo di una nota che le associazioni L’Amo di Capri, Arci Pesca Fisa circolo di Capri con sede ad Anacapri e rappresentanza locale Fiops hanno inviato all’Ispra, ai Sindaci, alle Amministrazioni e ai Consigli Comunali di Capri e Anacapri e per conoscenza al Ministro dell’Ambiente. Ecco il documento integrale.

Le sottoscritte associazioni:

L’Amo di Capri con sede in Capri alla Via Padre Serafino Cimino n. 26 avente C.F. 90087420635;

L’Arci Pesca Fisa circolo di Capri con sede in Anacapri alla Via I^ Trav.sa La Follicara 17;

La FIOPS rappresentanza locale con sede in Capri alla Via San Costanzo;

in riscontro alla nota inviata, i sottoscritti comunicano che sono ben consapevoli che le attività istruttorie tese a pervenire alla perimetrazione e zonazione della futura AMP sono ancora in corso, e che si sono solo presentati i risultati delle attività svolte e che il documento composto da 23 pagine inviato ai Comuni è solo una prima proposta di perimetrazione e zonazione di ciò che dovrà essere.

Purtroppo il senso civico, l’amore per il nostro territorio e per la nostra passione (la pesca), nonché il sano istinto di sopravvivenza di cui siamo dotati ci impongono di intervenire in questa fase anche se ancora preliminare e non definitiva.

Secondo il nostro parere l’utilizzo degli studi ambientali conclusi nel 2000 dal prof. Giovanni Russo, non sono più veritieri e purtroppo per l’ambiente, molte delle aree a zona di posidonia non esistono più. Non utilizzando studi aggiornati si tutelano coste ormai deserte dalla posidonia e no le rade praterie ancora esistenti. Esempio lampante la località denominata “Cala del Rio”, riportata come una prateria di posidonia compatta ma inesistente quasi, presente solo all’esterno della cala ormai.

Il Ministero dell’Ambiente alla mappatura fatta in Campania nel 2004 per censire le praterie di posidonia oceanica L. 426/98, (solo 4 anni dopo la conclusione degli studi utilizzati dall’ISPRA per redigere questa prima bozza di zonizzazione), ne ha rilevate solo due e precisamente:

stazione 35 denominata Capri 1 longitudine 4503111 latitudine 943659;

stazione 36 denominata Capri 2 – I Faraglioni longitudine 4501678 latitudine 945271.

Le associazioni non possono restare in silenzio sapendo che la nostra isola, che ha una storia plurimillenaria di pesca, vede sottrarre all’attività commerciale quasi il 50% degli spazi ad alta presenza (secondo i Vs. studi), lasciando libera questa attività solo in aree ad alto rischio frana e ad alto flusso turistico. Secondo il nostro parere gli studi devono essere settorializzati ma poi integrati tra i settori tenendo ben conto della storia e della cultura di un territorio. Non tenendo conto solo l’economia del momento che tra l’altro non giova né all’ambiente e né all’isola e tanto meno agli isolani.

Le scriventi, presenti al tavolo tecnico, presentarono una relazione dettagliata della Pesca ricreativa a Capri allegando uno studio/censimento degli spot. Dove si indicava sia la georeferenzazione che il numero di posti per la pesca, (studio reso pubblico dall’ARCI PESCA FISA Nazionale), posti che sui vostri studi sono scomparsi dando spazio a zone inaccessibili, vedi faraglione “Scopolo” o Grotta Azzurra sito turistico e Bene Monumentale. Molte aree di pesca sono state inserite in zone di divieto come nel porto o su spiagge in concessioni (D.P.R. 1639/68, R.D. 327/42 e art. 1168 Codice Navigazione). Si invita a verificare quante persone praticano la pesca ricreativa/sportiva sull’isola chiedendo un resoconto al MIPAF interrogandolo su quanti residenti a Capri hanno compilato il censimento (D.M. 06/12/2010) ed avere così una reale istantanea di come i Capresi sono radicati con la pesca e di come l’isola per sua naturale geografia non consente altri posti per la pesca da riva al di fuori del versante Ovest.

Altro elemento incomprensibile è il motivo del divieto di pesca ricreativa da riva nella zona B speciale, che a quanto ci riguarda sarebbe la prima in Italia ad avere una limitazione del genere, quasi come se si volesse cacciare i pescatori da quelle coste, a prescindere del reale danno ambientale che l’attività stessa possa causare, questa sensazione viene aggravata perché non è passato inosservato, che in modo speculare, la Zona B speciale lato ovest, coincide con chi ha il diritto reale subito dopo le coste demaniali.

I Vostri studi sui flussi turistici non hanno tenuto conto del traffico per raggiungere i siti, per esempio si è evidenziato bassa affluenza turistica la tratta Marina Grande – Grotta Azzurra, ed evidenziato elevata solo la Grotta Azzurra, ma chi si reca lì, parte dal porto e poi rientra intasando quel tratto di mare. Non si è tenuto conto che oltre 500 famiglie vivono del turismo escursionistico isolano praticando il classico “Giro dell’Isola”, amplificando il traffico turistico nell’intero specchio d’acqua e non solo in una parte della stessa, per rendersene conto basta richiedere la documentazione presente al Ministero;

I Vostri studi di sintesi riportano molti errori, oltre ai refusi su alcune località e sulle reali dimensioni delle Concessioni Demaniali e loro georeferenzazione, non si è tenuto conto, del Piano Stralcio di Bacino per la Difesa delle Coste della Regione Campania (L.R. 8/1994) che fa una foto reale al 2012 delle pericolosità delle coste dell’isola che toglie ogni dubbio sulle probabilità del rischio frane. Punto più importante con le altre limitazioni per valutare correttamente il piano socio economico di questa futura AMP, altrimenti si rischia di lasciare libere delle aree già chiuse per motivi di sicurezza pubblica, eliminando del tutto lo spazio alle attività, estinguendole, in primis il pesca turismo.

La nostra AMP è un paradosso la si vuole, no per incrementare turismo o attività, e no per dare possibilità a sovvenzioni o a future attività, la si vuole per motivi gestionali e per far si che la massa turistica non regolamentata e insostenibile dal punto di vista ecologico leda in modo irreparabile il nostro patrimonio ambientale.

La riduzione approvata dai Comuni della zona gialla “B” lato sud dell’isola non fa altro che agevolare l’ancoraggio in una zona dove il traffico è elevatissimo, soprattutto da imbarcazioni di spropositate misure, oltre che equiparare il tour isolano con tutta la concorrenza ledendo l’economia locale.

Il nostro scrivere non è intromissione al fine di creare confusione, la zonizzazione è elemento fondamentale per l’AMP oltre che cardine perché caposaldo che individua in macro, cosa fare e cosa non fare e dove fare. Basarsi su una serie di imprecisioni certamente porta ad una zonizzazione non veritiera e lesiva alla natura, alla cultura e all’economia del territorio.

Con la speranza che le incongruenze vengano azzerate per far si che si operi nel migliore dei modi possibili al fine di dare una foto veritiera del nostro territorio e dei nostri problemi, salvaguardando anche la nostra storia, la nostra cultura e la nostra economia.

Arci Pesca Fisa – L’Amo di Capri – FIOPS

 

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