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Il sindaco di Capri frena sulla fase 2 e fa appello a De Luca: “No aperture improvvisate e ingovernabili, le conseguenze sarebbero devastanti”

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Dopo aver superato brillantemente la prima fase dell’emergenza coronavirus, Capri si prepara al secondo step. In vista dell’avvio della fase 2 che prevede la graduale riapertura delle attività, il sindaco di Capri Marino Lembo ha scritto al governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca. Alcuni passaggi del documento sono stati diffusi dall’agenzia Ansa. “La nostra comunità – ha evidenziato il sindaco nella nota – è molto preoccupata per l’imminente entrata in vigore delle nuove misure governative che prevedono una maggiore apertura che, se fatta così come prevista, con specifico riferimento al contesto territoriale isolano si rivelerebbe tutt’altro che graduale e controllata, ma, anzi, assolutamente improvvisata e ingovernabile e con conseguenze potenzialmente, o forse probabilmente, devastanti”.

Marino Lembo ha evidenziato i numeri della particolarità del tessuto socio-economico, legati alle attività che nella prossima settimana potrebbero riaprire, o comunque avviare opere di manutenzione e pulizia. “Si tratta di 383 negozi, 47 alberghi, 267 tra bed&breakfast, affittacamere e case vacanze, 102 bar e ristoranti, 10 attività di noleggio; se ciascuna attività volesse portare sul territorio anche solo un paio di persone – ha sottolineato il sindaco di Capri – già staremmo parlando di uno spostamento di migliaia di persone. A questi poi c’è da aggiungere i lavoratori del settore edilizio, che si muovono contestualmente con le prime navi del mattino, provocando assembramenti al porto. Se a questo poi aggiungiamo i numerosissimi proprietari di seconde case che, stante l’ampiezza della previsione che consente il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza, sarebbero autorizzati allo spostamento, si comprende che stiamo parlando di un arrivo sull’isola di ulteriori migliaia di persone”.

Il sindaco, nel rimarcare i rischi di assembramenti dovuti alla morfologia del territorio, le difficoltà sanitarie e quelle legate ai trasporti marittimi da e verso l’isola, ha ribadito che “la ripartenza a Capri non può e non deve essere lasciata al caso, ma deve andare di pari passo con un’adeguata opera di dettagliata pianificazione dei vari aspetti, che consenta di porre rimedio alle criticità esistenti e nel contempo assicurare uno standard di sicurezza e ordine all’altezza di un sito che costituisce ineguagliabile patrimonio invidiato alla Campania dal mondo intero”.

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