“Soggiorni gratis in hotel di lusso a Capri per l’interessamento in vicende legali di un amico”: nuove accuse a Palamara
25 Luglio 2020
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Compaiono anche l’isola di Capri e i soggiorni in un hotel di lusso nelle nuove accuse a Luca Palamara, l’ex componente del Consiglio superiore della magistratura ed ex pubblico ministero a Roma inquisito per corruzione. La Procura di Perugia gli ha notificato due avvisi di garanzia, con invito a presentarsi per l’interrogatorio, per corruzione in atti giudiziari e violazione di segreto. Le «utilità» ricevute dal magistrato, ritenute illecite dagli inquirenti, sono alcuni soggiorni a Capri e l’uso di almeno due moto, comprensivo del pagamento delle contravvenzioni.
Si tratta di due fascicoli per ora separati dall’indagine principale ormai chiusa, ma che potrebbero confluire nello stesso eventuale processo. In questo caso la corruzione non sarebbe avvenuta per il generico «esercizio della funzione» di consigliere del Csm, bensì per «favorire la parte di un processo»; indirizzare le «controversie legali» che interessavano due imprenditori amici di Palamara. La violazione di segreto, invece, in concorso con l’altro ex pm romano Stefano Fava, riguarda la rivelazione di notizie pubblicate da due quotidiani il 29 maggio 2019 su un esposto presentato dallo stesso Fava al Csm contro l’ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e il procuratore aggiunto Paolo Ielo.
“Stavolta – scrive il Corriere della Sera nell’edizione di questa mattina – l’albergo pagato al magistrato dal proprietario della struttura, Leonardo Ceglia Manfredi, è l’hotel Punta Tragara di Capri, uno dei più esclusivi dell’isola, dove Palamara è stato per sette notti, divise in quattro soggiorni: uno con la moglie nel 2011, uno con l’intera famiglia nel 2012 e due con l’amica Adele Attisani (coindagata nel procedimento principale quale «istigatrice e beneficiaria in parte delle utilità») nel 2017 e 2018. Valore complessivo della presunta corruzione: 6.840 euro, ai quali l’accusa somma i 305 spesi per la macchina con autista per lo spostamento dalla stazione di Napoli all’imbarco”. “La contropartita, secondo gli inquirenti, sarebbe stato l’interessamento del magistrato – sottolinea il Corriere della Sera – per vicende legali che interessavano un fratello di Ceglia Manfredi e la sua società; a casa di Palamara, lo scorso anno, gli investigatori della Guardia di finanza trovarono un verbale di verifica fiscale alla società e uno di ispezione di igiene pubblica”.
Del caso di occupa approfonditamente anche La Repubblica, che, a proposito dei soggiorni al Punta Tragara, scrive: “Ad offrire queste fughe a cinque stelle, Leonardo Ceglia Manfredi, titolare della Artesole Srl, a cui fa capo l’ albergo. Anche in questo caso, stando al capo di imputazione, Palamara si sarebbe interessato di alcune controversie che coinvolgevano il fratello dell’ imprenditore e la società. Peraltro, come sottolineano i pm, a casa di Goffredo Ceglia Manfredi sono stati trovati un verbale di verifica fiscale nei confronti di Artesole e uno di ispezione in materia di igiene pubblica”.
La replica.
“Nella giornata di giovedì è stato notificato al nostro assistito avviso a comparire e oggi è stato pubblicato sugli organi di stampa – dichiarano gli avvocati difensori di Luca Palamara -. C’è una evidente fuga di notizie che ci danneggia. Tuttavia, i fatti sono ampiamente noti a questa difesa e riguardano notori e consolidati rapporti di amicizia risalenti nel tempo ( nel caso di Capri si tratta addirittura di inviti per un totale di 6 notti nell’arco di dieci anni e in occasione di ricorrenze)”.
“In ogni caso – sottolineano gli avvocati – nessuna notte fonda, anzi l’alba di un nuovo giorno. E’ intenzione del dott. Palamara quella di chiarire il prossimo 29 luglio tutti i fatti oggetto di contestazione”.
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