Coronavirus, il lungo post delle 4 ragazze di Capri e Anacapri: “Stiamo bene, vi spieghiamo come sono andate le cose”
16 Agosto 2020
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Attraverso un lunghissimo post pubblicato su facebook, le quattro ragazze di Capri e Anacapri reduci dalla vacanza a Corfù, tre delle quali risultate positive al coronavirus, chiariscono la propria posizione e ricostruiscono l’intera vicenda. Per completezza di informazione, riportiamo integralmente quanto da loro scritto su fb.
Per prima cosa ci sentiamo in dovere di chiedere scusa a tutti per la situazione che si è creata e vorremmo spiegare come sono andate realmente le vicende…
Abbiamo organizzato un viaggio con il gruppo ‘Scuola zoo’ , i partecipanti erano tutti ragazzi italiani che hanno fatto l’esame di maturità. Potevamo scegliere varie mete: Rimini, Gallipoli , Mykonos , Malta o Corfù .
Abbiamo scelto Corfù.
Le nostre famiglie inizialmente non erano molto d’accordo, ma poi si sono tranquillizzate dato che la meta scelta era sicura e non c’erano casi di virus.
Il regolamento del viaggio era molto scrupoloso e sembrava anche sicuro. Arrivate ad Ancona hanno fatto il test rapido a tutti. Se qualcuno aveva febbre o altro naturalmente non poteva partecipare e ovviamente salire sulla nave che ci avrebbe portato in Grecia. Una volta sbarcate hanno scelto metà dei partecipanti per fare i tamponi, i quali sono risultati tutti negativi. Ció è stato fatto per garantirci la sicurezza nel gruppo numeroso.
Arrivati lì , avevamo tutto organizzato e ci sentivamo tranquille perchè eravamo tra di noi, senza incontrare gente esterna al gruppo.
I video che avete visto delle discoteche all’aperto e della barca sono veri, ma eravamo sempre ed esclusivamente con i ragazzi del nostro gruppo, perchè erano attività organizzate da Scuola-zoo quindi ci sentivamo tranquille perchè eravamo stati tutti controllati.
Appena siamo arrivate a Capri, esattamente il 7 agosto alle 22.30 con un motoscafo privato, ci hanno effettuato il test rapido nell’infermeria della darsena, uscito a tutte e 4 negativo. Sotto la sicurezza di quel test fatto semplicemente per scrupolo, dato che non eravamo obbligate nè a controllarci nè alla quarantena post-viaggio, siamo uscite il sabato sera convinte e rassicurate anche dall’infermiere che stavamo bene e che non c’erano problemi (se ci fosse stata anche solo una minima insicurezza sulla nostra negatività, saremmo state proprio noi a non avere contatti con nessuno, a non mettere piede in casa per proteggere i nostri cari). Lunedì 10 decidiamo di rimanere in casa e di ripetere per scrupolo il test rapido in quanto ci erano giunte voci che un ragazzo del gruppo aveva avuto dei sintomi, quindi l’11 lo ripetiamo per riconfermare il primo, ed esce di nuovo negativo a tutte e 4. Abbiamo rifatto il test rapido e non il tampone perchè per richiedere il tampone bisogna avere dei sintomi o essere stati a contatto con un positivo, oppure avere il risultato del test positivo, e noi non avevamo niente di tutto ció.
La sera dello stesso giorno peró ci chiamano dall’Asl per informarci che c’era stato un caso positivo nello stesso vagone del treno Ancona-Roma al ritorno da Corfù e che ci saremmo dovute fare il tampone.
Per fortuna noi abbiamo avuto la comunicazione del ragazzo in treno e quindi ci hanno fatto il tampone, molte persone asintomatiche come noi non si sono controllate perché non hanno avuto motivo di farlo.
Il 12 (noi già in quarantena volontaria da 3 giorni ) passano a casa i medici e ci fanno il tampone. I risultati del tampone li abbiamo saputi il 13 sera = 3 negativi (Martina, Laura, Sofia) e 1 positivo (Vittoria). Il giorno dopo un’altra chiamata, ci comunicano che durante la notte due tamponi si sono positivizzati (Martina, Sofia) e il terzo è negativo… (Laura).
Ora siamo in quarantena, se non si fosse saputo di quel caso nel treno non avremmo nemmeno mai potuto fare il tampone perchè non abbiamo sintomi!
La Grecia non era una meta a rischio quando siamo partite lo è diventata quando siamo ritornate, siamo stati noi italiani a portare il virus in Grecia. Molti hanno detto, perché non una meta in Italia? in realtá in Italia era molto più pericoloso…
Ringraziamo chi ci é stato vicino con parole di conforto e rassicuriamo chi si é interessato alla nostra salute, noi stiamo bene!
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