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CRONACA

Bancarotta ed evasione fiscale: arrestato noto armatore, sequestrati beni per 40 milioni tra Ischia, Capri, Napoli e Roma

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Una porzione del Castello Aragonese d’Ischia è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’operazione che ha portato in manette un noto commercialista napoletano e tre imprenditori. Attraverso artifici contabili, i clienti del fiscalista avrebbero – secondo l’accusa – provveduto a svuotare il patrimonio delle aziende insolventi prima della dichiarazione di fallimento commettendo anche violazioni di natura tributaria. Le indagini hanno portato al sequestro di sette società, detentrici di un patrimonio immobiliare pari a oltre 40 milioni di euro. Tra i beni spiccano, appunto, un’area del Castello Aragonese di Ischia e un immobile di lusso a Capri oltre a numerosi stabili tra Napoli e Roma.

Gli arresti con il beneficio dei domiciliari sono stati emessi dal gip del tribunale di Napoli Nord nei confronti del commercialista di 77 anni, che in passato ha lavorato come fiscalista per Cirino Pomicino, e gli imprenditori coinvolti. Le accuse, a vario titolo, sono di bancarotta, corruzione ed evasione fiscale.

Tra gli arrestati figurano Nicola D’Abundo (noto armatore di Ischia con villa di famiglia a Capri) e Alessandro Gelormini (presidente del consorzio Co.Tra.Sir. che gestisce il trasporto dei rifiuti tra l’isola di Ischia e la terraferma).

L’indagine della polizia giudiziaria della procura di Napoli Nord ha ricostruito il sistema creato dal professionista, che avrebbe consentito ai suoi clienti – secondo l’ipotesi accusatoria – di svuotare il patrimonio delle loro aziende insolventi prima di dichiarare fallimento. Inoltre il commercialista è accusato di avere, durante un controllo delle Fiamme Gialle, corrotto due finanzieri per alterare il contenuto di un verbale in modo da evitare la denuncia penale agli amministratori della ditta. Tra l’altro, il professionista avrebbe tenuto per sé una parte di questo denaro, frodando anche il titolare dell’azienda. Disposte anche misure coercitive nei confronti dei due appartenenti al corpo della Guardia di Finanza per corruzione.

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