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CRONACA

2mila euro di multa alla Caremar per i passeggeri diretti a Ischia imbarcati per errore sul traghetto per Capri. Parlano i protagonisti del disguido, il giallo dell’età

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Duemila euro di multa alla Caremar per aver imbarcato sulla nave da Napoli per Capri due passeggeri che in realtà erano diretti a Ischia. La Capitaneria di Porto di Napoli ha applicato l’articolo 20 dell’ordinanza che disciplina gli attracchi e provveduto a notificare il provvedimento alla compagnia. La notizia, con relative polemiche, ha fatto il giro del mondo. In una dichiarazione resa a “Il Mattino”, il presidente della Caremar, Roberto Liguori, ha ammesso: «Si è trattato di un deprecabile errore commesso dal nostro personale all’imbarco. Erano in partenza simultaneamente una corsa per Capri e una per Ischia. Si era accumulato già qualche minuto di ritardo e, probabilmente, nella fretta di recuperare non è stato verificato il biglietto. Cerchiamo sempre di fare del nostro meglio con gli spazi a disposizione per garantire il miglior servizio possibile. Ci dispiace per i disagi, ma la scelta di rientrare è stata legata al fatto che i due passeggeri sarebbero dovuti tornare a Napoli e non avrebbero più avuto la possibilità di imbarcarsi per Ischia. Trattandosi di due persone anziane è stato ritenuto giustificabile il ritorno in banchina». «I due passeggeri anziani – ha sottolineato sempre al “Mattino” il direttore generale della Caremar Vincenzo Ponti – sono regolarmente saliti sul ponte di comando e hanno parlato con il comandante. Poi sono stati riaccompagnati all’auto, quando la nave stava attraccando, per consentire lo sbarco più rapido possibile. Abbiamo già provveduto a notificare una contestazione al responsabile delle operazioni di imbarco. Voglio comunque precisare che il Fauno ha recuperato buona parte del tempo perso grazie alla grande efficienza frutto del piano di ammodernamento dei nostri mezzi».

IL GIALLO DELL’ETA’. LA CAREMAR: ERANO PERSONE ANZIANE. REPUBBLICA: SI TRATTAVA DI TRENTENNI

La Caremar parla di persone anziane protagoniste dell’imbarco errato, invece il quotidiano La Repubblica ha raggiunto il passeggero “sbadato” definendolo trentenne, ischitano, libero professionista. C’è anche il giallo dell’età in questa vicenda alquanto paradossale. «Hanno scritto e detto che il Fauno della Caremar – racconta il passeggero – abbia ceduto alla richiesta di due vip: in realtà io e la mia fidanzata, che tutto siamo fuorché autorità, abbiamo fatto umilmente presente che avremmo avuto difficoltà a tornare a Ischia. E il comandante ha deciso di farci tornare al porto di Napoli».

«Nella confusione di Porta di Massa il traghetto delle 19.10 era già in ritardo sulla partenza prevista, e non certo per aspettare passeggeri raccomandati. Noi ci siamo diretti sulla nave sbagliata, perché a causa del suo ritardo sarebbe partita quasi in contemporanea con quella di cui avevamo il biglietto, diretta a Ischia. Di qui il disguido».

E non hanno controllato il vostro titolo di viaggio?

«No, ci hanno fatto imbarcare senza verificare la destinazione».

Quando vi siete accorti dell’ errore?

«Pochi minuti dopo il disormeggio, salendo le scale ho incrociato un marittimo che conosco. Mi ha chiesto perché andassi a Capri. E ho compreso che avevo sbagliato nave.

Lui ha fatto una comunicazione al comandante, che ha voluto incontrarci. Il punto, per lui, era capire se potevamo tornare da Capri a Napoli e di qui a Ischia, scongiurando il rischio di una notte all’ addiaccio. Ma non ci sarebbero stati i tempi tecnici: l’ ultimo traghetto da Napoli per Ischia parte alle 21.55».

E allora?

«Allora ha deciso di tornare indietro.

Saranno passati al massimo 15′, eravamo fuori dal porto e la nave aveva già rallentato: abbiamo dovuto attendere che una nave da crociera liberasse lo specchio. Quando siamo scesi mi sono preso insulti d’ ogni tipo, e con me i marittimi. A proposito: non ho viaggiato nel garage, come denunciano le note di alcune associazioni».

Quello del comandante è stato un atto di comprensione?

«In parte sì, ma credo che la Caremar abbia soprattutto rimediato a un proprio errore, non controllando il biglietto. Qualora la nave non fosse rientrata in porto, avrei chiesto alla compagnia di garantirmi un pernottamento. È andata bene così».

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