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Come proteggere i propri risparmi nell’emergenza: parla l’esperto

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Cominciamo col dire che non esiste una ricetta universale, né tecniche che possano scongiurare i rischi in assoluto. In un mercato travolto da una crisi sistemica inattesa, come quella generata dal coronavirus, è fondamentale gestire l’ansia e non cadere nella tentazione di vendere ogni cosa frettolosamente, sarebbe un errore! Prendendo in un esame le crisi sistemiche degli ultimi trent’anni è facile constatare come il mercato abbia sempre messo a segno un recupero, talvolta anche in pochi mesi. Ciò è stato possibile per effetto dell’interconnessione delle singole piazze e della globalizzazione dei mercati, dove non è possibile consentire l’emarginazione di una parte del sistema, perché sul lungo periodo innescherebbe una reazione a catena a danno di tutti. Ed è proprio per questo motivo che i Governi si impegnano a mettere in campo misure a sostegno dell’intero sistema fin da subito e con fermezza. Ovviamente c’è chi riesce ad avvantaggiarsene e chi no, ma sula gestione del rischio c’è condivisione unanime che tutti quelli che maturano perdite sono coloro hanno abbandonato frettolosamente le posizioni. La crisi generata dall’epidemia è una novità, ma non lo è in termini di reazione e questa volta rispetto al passato non siamo di fronte ad una crisi di liquidità, né alle conseguenze di una bolla speculativa. È opinione diffusa che la discesa dei mercati nei giorni scorsi sia stata ampliata dalle prese di beneficio sui buoni risultati del 2019 ed è altrettanto condivisa la consapevolezza che la conoscenza di strumenti e metodologie d’investimento può fare la differenza ed aiutarci a mantenere i nervi saldi, se così non fosse stato sarebbe bene considerarlo per il futuro. La prima cosa da fare per non commettere passi falsi è capire se gli investimenti messi in campo abbiamo tenuto conto dei nostri progetti e delle nostre esigenze, o meglio assicurarsi che siano stati programmati e diversificati correttamente in ordine al tempo e al rischio e quindi in grado di poterli soddisfare. Il secondo aspetto, ma non secondo per importanza, è quello di valutare la nostra capacità di poter sopportare le perdite e in che misura, perché a seconda della risposta che daremo potremo verificare se il rischio assunto sia effettivamente in linea con la reale propensione. Il terzo aspetto riguarda la sostenibilità e cioè se abbiamo considerato la possibilità che si possano verificare degli imprevisti e soprattutto se abbiamo considerato la nostra capacità di sopportazione. Consiglio vivamente di non trascurare questo punto ed evitare di essere eccessivamente ottimisti, perché se manca un piano d’emergenza idoneo può diventare davvero difficile uscire dal castello che abbiamo costruito. Il quarto punto riguarda le informazioni che abbiamo a disposizione, sia in termini di prodotto ed emittente che di mercato.

Il consiglio è quello di verificare da più fonti, preferibilmente accreditate, e capire in dettaglio e approfonditamente di cosa parliamo, mai affidarsi a un “fai tu, tanto non ne capisco nulla”, un atteggiamento del genere non è plausibile e neppure scusabile da chi potrà tutelarci.

Per finire vale sempre il proverbio “chi va piano va sano e va lontano”, che applicato agli investimenti più rischiosi è quello di approcciare gli strumenti a piccole dosi in modalità costante su un periodo programmato. Investire 9000.00€ in un prodotto in unica soluzione è cosa diversa da investire 150,00€ al mese per 5 anni, ma i risultati medi sono decisamente a favore di quest’ultimi.

Gianfranco Gargiulo

Consulente Finanziario

Certificato Iso-Wise

www.gianfrancogargiulo.widiba.it

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