Le piccole pesti e la festa dei nonni

Riceviamo e pubblichiamo.

Siamo rimasti tutti stupiti, emozionati e increduli quando i robot Curiosity e Perseverance della NASA, l’Ente Spaziale Americano, ci hanno inviato le fotografie e i filmati dalla superficie di Marte. Le stesse sensazioni che provarono forse Cristoforo Colombo e Antoni van Leeuwenhoek quando scoprirono nuovi mondi: il primo l’America e il secondo i batteri. Però, dopo l’ammirazione per il progresso tecnologico e l’apertura di nuovi orizzonti, rimane un senso di disagio e di incompletezza. E credo di capirne la ragione.  Immaginiamo di riprendere le stesse fotografie dello stesso luogo, alla stessa ora del giorno marziano ma dopo un mese. Non noteremmo alcuna differenza, ma c’è di più. Ripetendo la stessa fotografia dopo un anno, mille anni, un milione di anni, troveremmo quasi certamente lo stesso scenario. E’ questa evidentemente la causa della sensazione di disagio: la mosca che sta ora sul vetro della mia finestra fra un attimo non ci sarà più, la formica sul pavimento in cucina sarà scomparsa, il pianto del bambino, il brusio della folla, l’urlo dei tifosi saranno spenti o cambiati. La differenza allora è questa: la vita.
Ripensavo a queste cose ieri, quando sono stato coinvolto nella “Festa dei Nonni” in una scuola di Anacapri. Poco prima dell’irruzione dei piccoli per la festa in terrazza, la suora ha annunciato: “Ora arrivano gli angioletti”. NO!, ho pensato, per fortuna NO! Arrivano le piccole pesti, con il chiasso, la confusione, l’allegria: quelli che ti rubano il giornale per farne un aeroplano, quelli che ti portano la lucertola in casa, quelli che dormono nel tuo letto abbracciati al cane, quelli che ti dipingono i cuscini col pennarello, quelli che ti cambiano il canale quando stai vedendo la partita perché ci sono i cartoni animati. I bambini non sono degli angioletti, per fortuna. Sono piccole pesti ma sono la vita. Gli angioletti sono noiosi, i bambini no.

Un nonno